Socialista, partigiana, giornalista, psicologa. La vita di Carla Voltolina Pertini

Segnalazione e invito a partecipare

 

Nella collana dedicata a donne civilmente significative diretta da Luisa Steiner presso Unicopli esce un libro curato dalla stessa Steiner (figlia del grande grafico Albe Steiner) e da Antonella Braga, sulla figura di Carla Voltolina (con il suo nome “da ragazza” si intitola il libro per segnalare fino in fondo l’autonomia e l’originalità di una forte personalità, pur trattandosi della moglie di Sandro Pertini che alla causa del socialismo e alla vita stessa del marito ha consacrato grande parte di sé)[1].

La prima presentazione è annunciata a Milano, nell’ambito di BookCity, alla Casa della Memoria in via Confalonieri 14, venerdì 16 novembre alle ore 16.30

Per profilare questo spirito e questo carattere, la bellissima copertina – con i due volti di Carla e Sandro protesi l’un verso l’altro – riporta un brano di una lettera della Carla alla madre Rosa Barberis del 22 ottobre del 1944, in piena guerra di Resistenza: “Io sento in modo assoluto la necessità di essere libera, di agire come porta la mia natura; e la mia indole è avventurosa, ribelle, instabile. […] Di solito i genitori sognano per le proprie fi glie una buona e serena vita borghese, aspirano al matrimonio delle loro ragazze con altrettanti giovani onesti, il tutto allietato da una corona di pargoli. Io invece aspiro a una occupazione indipendente, ad una posizione che mi permetta tutti quei voli che per ora son solamente fantastici ma che in un domani potrebbero essere una bella realtà. Ecco perché punto alla laurea, ecco perché sento nel problema politico di un domani il realizzarsi delle mie aspirazioni”.

Carla – torinese, figlia di un colonnello del regio esercito, madre cattolica e vissuta nel borghese e conservatore ambiente della città, nuotatrice professionale, studiosa – sceglie le file delle Brigate Matteotti per esprimere il suo sentimento di libertà e di amor di patria e avrà tra i compiti quello di assumere la responsabilità della sicurezza dell’eroico capo socialista e membro del CLNAI Sandro Pertini dal Monte Bianco a Torino e poi a Milano dove ai primi di giugno del 1944 Carla entra nel Comitato esecutivo della Federazione Giovanile Socialista sotto la guida di Libero Cavalli e  diventa redattrice del giornale clandestino “La rivoluzione socialista”.

Come dirà Renata Colorni, figlia di Emilio Colorni, presentando a Milano il mio precedente libro biografico su Carla Pertini[2], “per tutta vita Carla vivrà con l’obiettivo di tenere in sicurezza Sandro”.

 

Note

[1] Antonella Braga e Luisa Steiner (a cura di), Carla Voltolina, Unicopli, 2018

[2]Io amavo il mare, lui la montagna” – Ritratto di Carla Voltolina Pertini, a cura di Stefano Rolando, Arcipelago ed.  2014.

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