
Con il permesso di Ernesto Galli della Loggia che introduce oggi la “scoperta” che accanto a un’Italia in cachemire c’è un’altra Italia “sudaticcia” che ha diritto di parola e che non sopporta più la saccenteria snob elitaria (tema planetario), insomma dice “ottimati contro barbari“, vorrei inserirmi nel suspence nazionale – che durerà fino a domani alle 15 – per assicurare che esiste anche una terza Italia (a contarla poi, sia con quelli che rivoltano per affetto vecchie giacche di qualità, sia con quelli che rivoltano per necessità ruvidi maglioni di lana grezza, si vedrà se essa non vince anche la gara della quantità…) che oggi avrebbe solo una invocazione collettiva: “sobrietà, sobrietà”.
In qualche modo alla fine lo stesso Galli della Loggia la recupera e la profila brevemente, ma come fosse l’ambito di qualità sparite. Penso invece che essa esista senza più essere ben intercettata da una rappresentanza adeguata.
Essa in verità continua a credere fermamente che la prima virtù è studiare. Continua a pensare che il reddito prima di spenderlo va prodotto. Continua a pensare che i debiti si fanno solo per investire assumendosi la responsabilità di ripianare. Continua a pensare che l’Italia ha una storia che insegna molte cose. Continua a pensare che sovvertire la gerarchia delle priorità nazionali sia per interesse personale che per interesse elettorale è reato. Continua a pensare che la parola “patria” non è morta, ma è morta l’idea che la patria sia una caverna.