FB 27.8.2019 h. 22.55

Il 45°presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, ha ritenuto di anticipare la monocratica valutazione del Presidente Mattarella in ordine alla soluzione della crisi di governo in corso attribuendo pubblicamente all’ “altamente rispettato primo ministro della Repubblica italiana, Giuseppi Conte” la medaglia di “talentuoso” e il credito “di avere ben lavorato con gli USA” meritandosi pertanto la riconferma.
Gli storici ci diranno se il post è stato negoziato di persona al break-fast di Biarritz o se un diplomatico italiano si è guadagnato galloni molto più alti nella prossima carriera producendo questa scorrettezza nei confronti del proprio presidente dellla Repubblica. Twitter, pubblicando l’errore plateale (poi corretto) riguardo al nome di Conte, ci assicura invece che l’autore del testo sia proprio lui, il 45° presidente e che questa cosa inusuale – che fa partire il nuovo governo con ombre non dissimili da quelle del Cremlino tutor dell’ex ministro dell’Interno – non è frutto dei regolari uffici della Casa Bianca che conoscono il protocollo e soprattutto i nomi e i cognomi.
PS (28.8.2019) – Questa mattina Stefano Folli, su Repubblica, introduce elementi di qualche complessità all’endorsement. Trump avrebbe agito per non lasciare Francia e Germania a “padrinare” da soli l’Italia di Conte, nel senso degli elogi “politici” maturati per il convogliamento del voto italiano a favore di Ursula von der Layen e dell’alleanza connessa. In un certo senso misurare che l’Italia resta un oggetto primario di attenzioni internazionali non va considerato come un male. Tuttavia, mentre molte volte abbiamo visto che la alta rappresentanza del Paese è stata concepita come un servizio alla Nazione, qui – lo stesso Folli lo fa trasparire – la trama di questi eventi risulta gestita ( appoggi “abilmente conquistati” dice Folli) per un tornaconto in questa fase personale. Ragione per cui lo spazio che oggi viene dedicato alla questione nei commenti resta marcato da elementi di preoccupazione.