Congedi. Roberto Bruni (1949-2019)

Claudio Bonfanti, Stefano Rolando, Roberto Bruni (Bergamo, 30 maggio 2016)

Era il 30 maggio del 2016, alla Fondazione Zaninoni a Bergamo, luogo caro alla famiglia socialista e riformista. Claudio Bonfanti aveva organizzato la presentazione del mio “Civismo politico“, che riassumeva alcune esperienze, tra cui quella svolta insieme a Roberto Bruni e a Umberto Ambrosoli tesa a dare forma, forza, stabilità e – speravamo – anche successo al civismo progressista. Roberto era stato come sempre generoso nei giudizi, attento nella lettura e dialogante sulle incerte prospettive. Oggi la città di Bergamo, nella giusta sede di Palazzo Frizzoni, lo ha salutato con affetto e gratitudine.

Ci sono state – maturate nella prima Repubblica e poi anche sconfinate in certi spazi di radicamento al territorio – non poche storie nell’Italia intermedia, di figure professionalmente reputate, che hanno dato forma politica al loro spirito civile, conservando indipendenza e soprattutto fiducia e credibilità dei cittadini.

Roberto Bruni appartiene a queste storie, socialista dall’inizio degli anni ’70, impegnato nella civica amministrazione dal 1981 al 1995 e che poi, spariti i partiti che hanno fondato la Repubblica, ha svolto il ruolo di sindaco della città di Bergamo e il ruolo di capogruppo del gruppo civico in Regione Lombardia con una tenuta reputazionale che trova oggi, nella sua così precoce scomparsa, cordoglio unanime. Che il bergamasco Maurizio Martina riassume con semplicità e affetto condiviso da amici e avversari: “”Ciao Roberto, amico e maestro di buona politica. Ora voglio ricordarti così: felice, commosso e orgoglioso, come quella sera di giugno del lontano 2004 quando sei diventato sindaco della nostra Bergamo e in tanti ci siamo ritrovati a gioire con te. Ti abbiamo voluto tanto bene. Te ne vorremo sempre“.

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