
Avendo avuto nella vita – dal tempo dei miei sedici anni in poi – la fortuna e l’onore di interloquire, spesso, anche a lungo, anche nella vita privata e in momenti importanti, anche dando qualche piccolo contributo alla sua straordinaria vita politica e istituzionale, con il presidente Sandro Pertini, una cosa, dal giorno della sua scomparsa, mi sono ripromesso di fare senza deroghe: esserci dovunque, se chiamato, per parlare di lui, per testimoniare (come una generazione prima di me lo ha fatto al meglio) la sua tempra, il suo coraggio, la sua dirittura.
In questi giorni in tanti posti d’Italia si ricorda la ricorrenza della sua nascita, avvenuta il 25 settembre del 1896.
Qui a Rosignano, venerdi, si fa una cosa che a lui sarebbe stata anche più gradita, parlare della Carla, di un bel libro – finalmente con adeguato inquadramento storico – che riguarda la staffetta partigiana matteottina che ebbe la missione di tenere in sicurezza il già leggendario esponente della Resistenza nel difficile passaggio dalle Alpi a Torino e poi a Milano verso l’insurrezione della Città.
Anche in questo caso ho avuto l’onore di scrivere la prefazione. E di poter dire come Carla la missione di “tenere in sicurezza” il suo capo e dal dopoguerra il suo uomo, la svolse fino all’ultimo giorno della vita.