Può succedere anche questo.

Al circolo ARCI di Vada, la sezione socialista di Rosignano in occasione della ricorrenza della nascita di Sandro Pertini, ha organizzato ieri – con la collaborazione della Fondazione Pertini – la presentazione del libro edito da Unicopli, curato da Luisa Steiner e Antonella Braga, con mia prefazione, libro che ricostruisce una accurata biografia di Carla Voltolina, moglie del presidente.

Lo ho presentato con Umberto Voltolina, il fratello di Carla, introdotti da Alessandra Bernardeschi, giornalista del Tirreno. Un bel clima, voglia di sapere e di combattere il taglio della memoria che ci circonda.

Ho rimesso all’occhiello, dopo tanti anni, un garofano rosso. Ma soprattutto, ospitato a Selvatelle nel pisano, a casa di Umberto, ho dormito (raro privilegio) questa notte nel letto di Sandro Pertini. Non quello d’occasione, ma proprio il suo letto trasferito dalla casa di Piazza Fontana di Trevi. Uno spartano letto di marineria nei cui cassetti, sotto la balaustra di legno (che nella foto è riversa) Sandro Pertini aveva riposto qualcosa, avvertendo la Carla di aprire il cassetto dopo la sua morte. E dopo la sua morte Carla trovò ripiegata la bandiera del Partito Socialista nel 1945, che in quegli anni aveva preso il nome di Partito Socialista di Unità Proletaria, di cui dal 25 aprile del 1945 Sandro era stato segretario e che alle prime elezioni democratiche arrivò secondo nelle preferenze degli italiani, dopo la Democrazia Cristiana e prima del Partito Comunista.

Con la bandiera, le scarne disposizioni funerarie: la richiesta di avvolgere la bara in quella bandiera e il testo dell’iscrizione funebre dedicata a loro due e al senso della loro vita nella dedizione alla causa politica della libertà e alla causa sociale dell’uguaglianza. Come si legge ancora oggi a Stella.

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