Paolo Murialdi, nel centenario della nascita.

Bernardo Valli dedica a Paolo Murialdi la rubrica “Dentro e fuori” che, alternata a quella di Scalfari, chiude i fascicoli dell’Espresso. Ricorre il centenario della nascita di Murialdi (Genova, 8 settembre 1919) di cui si sta occupando egregiamente la Fondazione a lui intitolata (fondazionemurialdi.it) costituita nel 2016 da Ordine giornalisti, FNSI, Casagit e INPGI e animata da Giancarlo Tartaglia attorno alla storia dell’associazionismo giornalistico italiano di cui lo stesso Murialdi fu magna pars e nelle cui responsabilità lo conobbi e frequentai a metà degli anni ’80, assumendo le responsabilità della Direzione generale dell’Informazione di Palazzo Chigi.
Il ricordo di Valli è molto bello, associato a quello di Italo Pietra, per raccontare il loro sodalizio che iniziò nel 1956 nella costruzione del “Giorno”, un grande giornale per l’Italia e in particolare per la mia generazione diciamo negli anni ’60, direttore Pietra e caporedattore centrale Murialdi, ritratto nel minuscolo ripostiglio che era la sua stanza di lavoro nella spartanissima sede milanese (che era stata dell’Avanti!). Alle loro spalle la comune esperienza in prima linea della Resistenza su cui basterebbe leggere le ultime righe del ricordo di Valli. E soprattutto con una idea edificante del giornalismo che Paolo Murialdi poi ha trasferito nella sua monumentale “Storia del giornalismo italiano“, tuttora testo base per la formazione professionale nel settore. Sempre nel quadro del centenario Giancarlo Tartaglia propone “L’informazione tra riforma e controriforma -Scritti e interventi di Paolo Murialdi (1974-1981)” che raccoglie gli scritti e gli interventi di Murialdi nel periodo in cui ha presieduto la Federazione della Stampa e che testimoniano il suo determinante impegno nel processo di riforma dell’editoria che sfocerà nella legge n. 416 del 1981, un importante quadro di norme da cui cominciò il lavoro di attuazione ma anche di trasformazione a cui poco tempo dopo mi dedicai per un decennio.

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