
A Napoli,11 ottobre, Emma Bonino, Carlo Calenda, Benedetto Della Vedova, Matteo Richetti, Enrico Boselli, Stefano Parisi.
Due post di Stefano Rolando
Stefano RolandoPost FB 12.10.2019 h.8.00
Un’alternativa c’è. Questo incontro di Napoli (Emma Bonino, Carlo Calenda, Benedetto Della Vedova, Matteo Richetti, Stefano Parisi, Enrico Boselli) non ha avuto significato solo per le “intenzioni di cantiere” avanzate in forma non semplicistica da chi aveva il compito di segnare un’area articolata dichiaratamente antipopulista e riformista. Ma anche per le testimonianze sociali e intellettuali che non predicano nuovismo a buon mercato (penso all’ex direttore del Mattino Alessandro Barbano) o che partono da istanze dei giovani per la riforma della politica centrate sulla cultura dei doveri. Tornano anche accenti importanti contro il taglio della memoria (ringrazio, per esempio, Carlo Calenda per la citazione esplicita all’esempio ancora ineludibile del Partito d’Azione come relazione profonda tra politica e cultura). E, sempre per non fidarsi solo degli aggettivi con cui si condiscono le manifestazioni politiche, grazie a Emma Bonino che si è studiata le carte della manovra di bilancio avviata dal governo con esiti che aiutano a contrastare ogni enfasi e ogni propaganda.
Ho svolto questa aggiunta, tra i commenti allo streaming, dopo avere ascoltato la parte finale del meeting che, insieme a Ruggero Manciati, ho lasciato verso le 19 per poter prendere l’ultimo treno da Napoli.
FB 12.10.2019 h. 11.00
Bonino e Calenda convengono che la battaglia contro Il sovranismo populista non si chiuderà a breve. “Ora dobbiamo dimostrare resilienza” ha detto Emma. “ È probabile che la lasceremo ancora in eredità ai nostri figli” ha detto Carlo.Ma la convergenza in uno spazio politico e culturale diverso dal “patto” del PD con il populismo di 5 Stelle e diverso dal “patto” di Forza Italia con il nazionalsovranismo della Lega, richiede ora di tenere accesa una luce chiara, coerente e unica (la “lanterna” nel porto, che è stata scelta come simbolo del meeting di Napoli “Un’alternativa c’è’”).Assumersi questa responsabilità, pur nelle sfumature di distinzioni esistenti, significa rivolgersi a ciò che resta – rappresentato o non rappresentato – del riformismo liberalsocialista e liberaldemocratico italiano offrendo, oggi, la via di un porto. Questo cantiere ha in Benedetto Della Vedova e Matteo Richetti due costruttori che non antepongono personalismi. E comincia ad avere spunti di riorganizzazione teorica e culturale che vanno irrobustiti, perché lo spazio in questione non è figlio di un puro e semplice posizionamento, ma di una interpretazione completamente rinnovata della storia e della strategia.