Lettere dalla Merica – 1/2020-Impeachment: dulcis in fundo o venenum in cauda?

Articolo di Paolo Giacomoni.

È la terza volta in 150 anni (ma la seconda in venti) che un presidente USA viene messo in stato d’accusa. Se si conta la peripezia Nixon, tre presidenti sono stati accusati di malversazioni e malefatte negli ultimi quarantacinque anni, il che fa pensare che il faro della democrazia occidentale possa essere paragonato all’Italia di Gronchi e di Segni, a quella di Leone e di Tanassi, a quella di di Craxi e di Berlusconi.

I fatti contestati: cosa grave o bazzecola?

Tutto sommato, il ricevere aiuto dall’estero era una costante dell’Italia del bipartitismo imperfetto, con gli USA che prezzolavano la Democrazia Cristiana e l’URSS che finanziava il Partito Comunista, ma gli americani hanno un’altra sensibilità. E forse un presidente che mette a repentaglio la sicurezza nazionale negando aiuti a un alleato per obbligarlo a fornire informazioni su un concorrente politico può far storcere il naso a molti di loro. Ma per altri, un presidente vittima di una congiura diventa un simbolo da difendere a tutti i costi.

E bisogna dire che Trump eccelle nell’arte della comunicazione, mentre i democratici commettono errori che non sarebbero perdonati ad uno studente del primo anno di marketing. Quando lavoravo per Clinique, mi avevano insegnato che la nozione di base della comunicazione è il mantenere la coerenza dell’immagine della marca…cosa che i democratici, con i loro dibattiti a venti persone, con idee che vanno dal globalismo zen della Williamson al femmismo castrante della Kamala Harris, alla socialdemocrazia esaltata della Elizabeth Warren, non han saputo mantenere.

Quindi si può per davvero cominciare a temere che Trump sia rieletto questo novembre, perchè, per caso o deliberatamente, ha creato una situazione favorevole alla sua vittoria elettorale.

Infatti, dimostrando di aver capito il Machiavelli, ha costruito un nemico interno (gli immigrati) e un nemico esterno (l’Iran).

Infatti, mettendo ai posti chiave una caterva di giudici conservatori, tranquillizza chi è contro l’ “eccesso” di diritti civili e assicura, sotto pretesti più o meno legittimi, la radiazione dalle liste elettorali di molti cittadini “non grati“.

Infatti, con un colpo di genio sorprendente, ha simultaneamente ottenuto il favore della comunità ebraica religiosa e incoraggiato l’antisemitismo domestico: ha appoggiato i falchi in Israele (assicurandosi il sostegno della destra religiosa americana, ebraica e non) e, dicendo che gli ebrei che votano democratico sono nemici di Israele, li ha demonizzati e ha accarezzato l’endemico antisemitismo politico americano.

Infatti, sventolando il rischio di guerra (dagli insulti al dittatore coreano fino al recentissimo assassinio di Soleimani) unisce dietro di se quegli americani (e sono molti) che in caso di guerra, giusta o ingiusta che sia, si allineano con in Presidente.

Riusciranno a fermarlo i tre vecchietti?

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