Lettere dalla Merica n. 7/2020 – Il popolo americano ha parlato (8.11.2020)

Articolo di Paolo Giacomoni.

Alabama – 8 novembre 2020 –  Dopo quattro anni di campagna elettorale, il popolo americano ha parlato.

Molto è stato detto su quanto divide gli americani, io vorrei soffermarmi su quanto li accomuna.

Per esempio, li accomuna un generalizzato, profondo, fisiologico bisogno religioso, nel senso etimologico, bisogno di essere legati assieme da una fede in qualcosa, qualunque cosa essa sia, forse per riempire un certo vuoto spirituale o qualche altra necessità esistenziale

Da un lato si trovano quelli che hanno una fede assoluta nel mercato taumaturgo che risolve ogni problema; e poi quelli che credono in una divinità fattrice di predestinazione, divinità che, malgrado ciò, si mescola alle vicende umane come Yahvé si mescolava degli affari Egiziani, proibendo l’aborto e ( l’abbiamo letto più volte) mandandoci Trump  (ma il covid, no).

Dall’altro lato si trovano quelli che hanno una fede esagerata in un futuro tutto elettrico ma senza petrolio e senza nucleare; quelli che credono che madre natura è “buona”, e quelli che credono in concetti, (ripresi anche da certi intellettuali francesi che non sanno più cosa aggiungere alla “Summa” della Simone de Beauvoir) come l’idea che la penetrazione è l’indice estremo della violenza maschile, e che per giunta non provoca neppure l’orgasmo.

E siccome “o si pensa o si crede” (come diceva Schopenauer), quando “si pensa” si può anche discutere, e quando “si crede” ci si scanna senza riflettere.

Un’altra cosa comune che si è potuto osservare nel corso di questi ultimi anni è l’abbassamento dello standard della stampa americana. Non parliamo della diffusione di notizie folli come faceva Fox News, ma della stampa di buona reputazione che troppo spesso si è trasformata in stampa scandalistica, di pettegolezzo, vendicativa, e che troppo spesso ha avanzato informazioni senza poi poterle provare.

Un’altra cosa che accomuna gli americani è il senso civico. Si dice che quest’anno la partecipazione alle elezioni è stata molto elevata, ma lo è sempre stata!

Il fatto è che il numero degli elettori va paragonato con il numero degli iscritti sulle liste elettorali, e non con numero dei cittadini aventi più di 18 anni, perché una quantità inverosimile di cittadini non è iscritta sulle liste elettorali, o per via di crimini più o meno gravi che negano l’esercizio dei diritti civili anche a chi ha purgato la pena, o per altri impedimenti amministrativi più o meno legali.

Sta di fatto che per esempio nel 2016, i votanti costituivano solo il 55% dei cittadini aventi più di 18 anni, ma ben l’86% dei cittadini iscritti sulle liste elettorali. E questi cittadini pronti a spararsi addosso, bisognerà pur riuscire a metterli d’accordo.

L’azione di Biden dovrà ridefinire l’anima non solo del paese ma anche del Partito Democratico che dovrà liberarsi degli ultimi orfani inconsolabili della Clinton e smetterla con la rabbia epidermica e viscerale e i conseguenti conati vendicativi.

L’azione unificatrice intrapresa da Biden porterà senz’altro su argomenti pratici, rooseveltiani, i cui risultati saranno misurati in dollari, in diminuito numero di infezioni e di decessi da covid, in ripresa economica e in altri benefici pratici, che faranno forse passare in second’ordine alcune follie fideistiche.

Ma, come nella Roma imperiale così negli USA, il vero potere appartiene al Senato, e le elezioni di quest’anno non hanno ancora definito la sua composizione: ci sono due Senatori in ballottaggio in Georgia, le elezioni saranno in gennaio, e trovo inquietante il fatto che i destini del Senato USA, e quindi probabilmente del mondo, possano essere risolti dallo scontro tra un drappello di frustrati che si oppongono all’aborto ed un manipolo di isteriche che si oppongono alla penetrazione.

C’è tuttavia una ragione per un po’ d’ottimismo: Churchill diceva che gli americani finiscono sempre col fare la cosa giusta…dopo aver provato a fare tutte le altre. Dopo aver provato Trump, credo che non resti altro da fare che il fare la cosa giusta.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *