BOOKCITY MILANO -12 novembre 2020 alle ore 12:00
La misura del ridimensionamento
Interventi di: Piero Bassetti, Stefano Rolando, Riccardo Fedriga, Luca Sossella
sul libro:
Glocal a confronto – Piero Bassetti riflette sulla pandemia – A cura di Stefano Rolando – Prefazione di Riccardo Fedriga – Luca Sossella editore -Pag. 104, prezzo 9€ –
Nel catalogo Sossella
In distribuzione
https://www.ibs.it/glocal-a-confronto-piero-bassetti-libro-vari/e/9788832231595

Intervento di Stefano Rolando
Questo piccolo e denso libro è frutto del monitoraggio avviato a febbraio e quotidianamente ospitato sul sito dell’Università IULM su “comunicazione e crisi” messo anche a disposizione di molti destinatari. Con i quali vi è stato un continuo dialogo. Così come è stato con Piero Bassetti che ha seguito e apprezzato quell’esperienza. Dopo la pubblicazione, ai primi di aprile, di un’intervista che Le Monde aveva realizzato con il sociologo e filosofo Edgar Morin, quel dialogo si è fatto più fitto. Finché ho pensato di registrare la parte più avanzata della conversazione con Piero Bassetti per vedere se ne nasceva materia per un autonomo approfondimento.
Con un testo grezzo ma completo già a giugno erano evidenti tre cose.
- Che si manifestava la prima voce importante della comunità ambrosiana che rifletteva su una rivoluzione, ammettendone il rilievo e al tempo stesso le opportunità.
- Che era chiara altresì una voce significativa di un politico divenuto intellettuale e organizzatore culturale e scientifico nel fare proposte di scenario assumendosi la responsabilità politica e cioè interpretando il ruolo storico dei borghesi progressisti che quando discutono si assumono la responsabilità di cambiare opinione o di cambiare comportamento di fronte ai cambiamenti che stanno analizzando.
- Che pareva una delle poche analisi fatte in Italia per tenere insieme tre livelli della globalità: l’analisi dei rapporti USA-Cina, non tanto condotta sulla cronache della gestione del potere, ma soprattutto sul rispetto più per il livello di civilizzazione che per il livello di forza; al tempo stesso l’analisi della situazione dell’Europa come soggetto con una strategia ricostituita nel cui ambito un patto tra Germania e Italia ha la potenzialità di sviluppare una visione virtuosa per il futuro; infine una analisi sulla diaspora italiana del mondo affrancata da ogni stereotipo del passato da mettere in gioco concretamente nel dopo Pandemia.
Ciò ha convinto che era importante trasformare quel manoscritto in un libro. Piero Bassetti ha così accettato di fare una lettura dettagliata della trascrizione in cui il livello di correzione è stato sottilissimo, per mantenere al tempo stesso rigore ma anche immediatezza. Un raffinamento direi inusuale del testo. Su cui Luca Sossella ha accolto il progetto editoriale fin dalle prime battute.
Lo presentiamo oggi per la prima volta di nuovo inpiena pandemia, nel suo secondo preoccupante tempo con Milano alle soglie del lockdown e con Book City che ci accoglie da remoto. E’ una metafora stessa della percezione dei tempi lunghi che Piero Bassetti aveva avvertito nel dialogo svolto poco prima dell’estate.
A proposito delle cose che ci stanno a cuore da tempo in queste cento pagine vanno segnalati alcuni punti significativi:
Innanzi tutto è centrale un pensiero sulla linea culturale che lega Occidente-Europa-Italia-Lombardia-Milano – in cui pur laicamente rientra anche la sfera di influenza della Chiesa – con una analisi del ciclo in atto che si riassume in una parola con cui si chiude il libro e a cui si intitola questa stessa presentazione, la parola ridimensionamento. L’unico paradigma per accettare il rapporto di forze a sfavore è riprogettare tutto. Altro che “tutto come prima”.
Un secondo tema in evidenza (che rievoca Carl Schmitt) riguarda l’idea secondo cui nelle gravi crisi ed emergenze possono formarsi nuove classi dirigenti. Piero Bassetti scruta il setaccio delle novità. E’ attento a ogni indizio. Per ora pessimista. Ma vede anche ora dei traghettatori (anziani) all’opera: Papa Francesco, Mattarella, Draghi, la Merkel. E scruta come i giovani possono riuscire ad inserirsi in questa opportunità.
Pensa infatti che questa trasformazione dei paradigmi, per farci conservare la democrazia deve essere condotta con l’impegno della scienza e dell’impresa a fare proposte ma anche largamente con partecipazione di popolo, in cui avrebbero ruolo – oltre alla politica (il cui primato pare compromesso) le Università, la scuola e i media. Ma pensa che questi soggetti non siano pronti.
Viene ora da fare un pensiero – con il risultato editoriale in mano – circa la stupidaggine ricorrente in questa vicenda dell’attacco di Coronavirus sull’inutilità, l’improduttività e la non indispensabilità degli anziani. Questo piccolo libro in sé è una bandiera sollevata attorno all’ineludibilità del nuovo patto generazionale. Fiducia poi più volte espressa nei giovani e nelle donne. Ma con a bordo, in cabina di regia, tutti coloro che sanno decifrare la lezione della storia.
Ancora da segnalare la conversione di Bassetti alla fisica quantistica, nell’unico modo in cui noi appartenenti alle humanities possiamo convertirci. Leggendo i libri più innovativi che si stanno scrivendo. Non capendoci un’acca. Ma trovandoli bellissimi. Io così ho riportato le sue parole. Ma Piero Bassetti è qui e su questo gli rimando ancora la palla sull’argomento per spiegare il paradosso.
Rinnovo il mio grazie a Luca Sossella per un libro molto ben realizzato e a Riccardo Fedriga che dalla prima parola che abbiamo scambiato ha colto negli arnesi di un filosofo medioevalista che si occupa parimenti di innovazione tecnologica (non a caso allievo e braccio destro di Umberto Eco) la chiave per leggere e capire l’ampia traiettoria del pensiero di Piero Bassetti che io ho avuto solo il modesto compito di sollecitare in un rapporto di fiducia.