
3.8.2021 – La notizia della chiusura della Gazzetta del Mezzogiorno (voce rilevante della Puglia e della Basilicata) è un’ombra nera per l’Italia in questi giorni di successi e di ori che luccicano.
134 anni di giornalismo di libertà e di qualità in una difficile dialettica con un mercato che ha rotto i patti generazionali e rotto altresì le soglie minime dei consumi dell’informazione interpretativa.
Se la mettiamo così più che una notizia è un pessimo presagio.
Per questo è necessario che il governo non lasci andare, cioè che il sottosegretario Moles e i miei post-colleghi del Dipartimento Informazione ed Editoria provino a tentare un cantiere in cui sperimentare più che un’iniezione di denaro la produzione con l’aiuto pubblico di una campagna di profondità per la partecipazione dei cittadini soprattutto meridionali e soprattutto dei giovani a riflettere attorno a un territorio così rilevante che perde una parte del suo diritto di rappresentazione. Insomma non lasciare che notizie di questo genere arrivino senza generare ogni reattività possibile.
Stefano Rolando (presidente della Fondazione “Francesco Saverio Nitti”, Melfi; già capo del Dipartimento Informazione ed Editoria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri)