Post su FB, sabato 17.3.2018
Ho visto al cinema “Pertini, il combattente“.
Ero prevenuto. Ma ho apprezzato lo sguardo affettuoso e l’intento di aggiornare la popolarizzazione del presidente Pertini.
Ho apprezzato anche l’attenzione ai giovani, privi oggi di figure di grande autorevolezza morale e comprovati da una vita eroica.
Ho apprezzato anche l’attenzione ai giovani, privi oggi di figure di grande autorevolezza morale e comprovati da una vita eroica.
Mi ha divertito la colonna sonora pop. Cose note e meno note.
Ma la sceneggiatura, alla fine, resta negli spunti mitici di quella storia.
Ma la sceneggiatura, alla fine, resta negli spunti mitici di quella storia.
Del perché la sua conduzione del Quirinale fu un fattore che intervenne sulla “democrazia bloccata” italiana, non c’è traccia.
Del “come” i suoi viaggi soprattutto in Europa furono un contributo alto al posizionamento internazionale dell’Italia, non c’è traccia.
Di cosa rappresentò la sua popolarità nel far posto alla cultura riformista della sinistra – tra terrorismo, ambiguità, doppiezze e altre eredità massimaliste – non c’è traccia.
Del “come” i suoi viaggi soprattutto in Europa furono un contributo alto al posizionamento internazionale dell’Italia, non c’è traccia.
Di cosa rappresentò la sua popolarità nel far posto alla cultura riformista della sinistra – tra terrorismo, ambiguità, doppiezze e altre eredità massimaliste – non c’è traccia.
SR