Lettere dalla Merica (1/2022) – A proposito della pseudo-sinistra americana.

Articolo di Paolo Giacomoni

kitchen table issues


Tanti anni fa ero nel Partito Repubblicano (quello di La Malfa) che lottava per i diritti civili. Un carissimo amico, anche lui repubblicano, dissentiva e paragonava quella lotta all’imbiancatura di sepolcri. Lui forse ha poi cambiato opinione ma io, vivendo nella Merica della pseudo-sinistra, ho toccato con mano quello che lui voleva dire.

Quando è disgiunta da una visione sociale coerente e dal senso del dovere civico, la lotta per i diritti civili  si risolve, quando va bene, in una serie di “lip services”, affermazioni di principio che lasciano il tempo che trovano. Quando va male, non solo si esprime nel fastidioso narcisismo di chi la pratica in modo irresponsabile come fa la pseudo-sinistra radical-chic americana, pma ha condotto a lasciare inalterata la putrefazione esistente ed ha aggiunto  effetti perversi in molti settori.

Sul piano dell’indipendenza energetica, il rifiuto del nucleare in nome di non si sa quale diritto, ha contribuito a rendere il mondo occidentale dipendente dalle sorgenti energetiche naturali della Russia, con le conseguenze che si vedono oggi.

Sul piano giuridico, si è arrivati ad una  libertà di stampa così scellerata da permettere l’impunità per la pubblicazione di qualunque cosa, perfino di notizie false e calunniose:  le calunnie sono perseguibili solo se si può dimostrare che sono state pubblicate con malizia e con l’intento di nuocere…E così se ne va il professionalismo e la stampa americana, un tempo serissima, è diventata un crogiolo di articoli scandalistici di terza categoria, che non solo sono inverificabili ma che minano la fiducia nelle istituzioni. 

Sul piano culturale: la lotta senza quartiere mossa contro tutto ciò che da vicino o da lontano si apparenta alla tradizione cattolica (dalla storia romana alla filosofia occidentale e alla storia europea in generale, andando a colpevolizzare tutto, dalle crociate all’esistenza degli schiavi)  ha eliminato la possibilità di avere riferimenti culturali comuni, e ha quindi creato una situazione in cui mancano i criteri di valutazione per ogni tipo di informazione e in cui trionfano le fake news.

Sul piano sanitario, l’individualismo del principio “l’utero è mio, me lo gestisco io” ha condotto a una lotta assurda per abortire fin al decimo mese, trascurando il problema sociale del controllo delle nascite che un giorno o l’altro sarà necessario affrontare seriamente perchè la sovrapopolazione è forse un fenomeno più grave del global warming.

Sul piano politico la pseudo-sinistra si lamenta di tutto ciò che fa Biden, perchè non sarebbe abbastanza progressista. Per esempio si lamenta per il ritiro dall’Afghanistan, dove sarebbero stati dimenticati dei cani dell’esercito e dove i Talibani hanno soppresso le classi miste nelle scuole (dimenticandosi che l’assenza di classi miste è una cosa frequente in moltissime scuole private americane). In questi giorni si fa di tutto per dimostrare che per il ritiro dall’Afghanistan i militari e la Casa Bianca erano in disaccordo, indebolendo così il Presidente, che invece avrebbe bisogno del massimo sostegno perchè sta introducendo una importantissima politica rooseveltiana e simultaneamente fa fronte a una situazione delicatissima di politica internazionale. 

Paradossalmente, la “salvezza” sembra venire dai senatori democratici moderati che, temendo di perdere alle prossime elezioni, hanno deciso di far campagna sui cosiddetti “kitchen table issues” (eufemismo per dire i problemi sociali) lasciando che la giustizia si occupi delle malefatte di Trump e smettendo di dar fiato a quelle trombe che gridano ancor oggi vendetta per la sconfitta della Clinton, esagerando la copertura mediatica dei misfatti di Trump fino a provocare fastidio nel cittadino quadratico medio.

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