Mattarella e Amato patrocinano in musica le virtù costituzionali.

Il sangue e le parole”, una cantata di Nicola Piovani, tra allusioni antiche e recenti, eccezionale serata nella piazza del Quirinale. [1]

Una forma spettacolare di comunicazione pubblica dedicata alla giustizia, alla ragione e alla pace.

Stefano Rolando

Roma 24.7.2022 – Dalla platea di un teatro occasionale equidistante tra il Quirinale e la Consulta, destinato a vivere come una rosa, cioè lo spazio di una sola serata, lo sguardo si alza verso il torrino su cui sventola il tricolore scosso dal salvifico venticello romano. Poi va verso la robusta impalcatura dell’improvvisato teatro che ospita l’orchestra e il coro del Teatro dell’Opera (diretto da Roberto Gabbiani). Infine, scende verso l’ampia organizzazione dei posti a sedere in cui è concentrata, oltre ai giornalisti e al servizio d’ordine, quasi tutta la superstite Prima Repubblica.  Non tanto i politici, quanto l’apparato istituzionale, gli intellettuali, il ceto delle connessioni repubblicane, qualche ministro draghiano, una certa Rai. Ma non va trascurata – data la centralità del tema “giustizia” – la presenza dei ragazzi del carcere minorile di Nisida, una serie di rappresentanze del “pianeta carcerario”, parenti di vittime di reati.

Rai3 si incarica della diretta di questa “cantata per voce recitante, soli, coro e orchestra” composta e diretta da Nicola Piovani, ispirata alla contaminazione tra la poetica elaborazione del principio del trionfo del Logos contro l’odio e il rancore nell’amministrazione della giustizia degli antichi (Eschilo che trasforma le Erinni in Eumenidi) e il valore moralmente rigenerativo della Costituzione italiana che ripudia la guerra e afferma  la volontà di “eliminarla per sempre” con le reverenti citazioni dei padri costituenti.

Giuliano Amato, presidente della Corte Costituzionale quasi a fine mandato, ricorda sobriamente in apertura che lo scatenamento della guerra in Ucraina ha dato vita a un vero e proprio progetto di “comunicazione pubblica” in cui la Corte, con la cooperazione concreta dell’Opera di Roma e della Rai, ha fatto prendere forma al progetto del Premio Oscar Nicola Piovani di creare in un eccezionale setting (“la più bella piazza del mondo per la sua ponderata asimmetria” spiega Piovani), proseguendo la sua “apertura comunicativa” attorno allo spirito e al dettato costituzionale questa volta attraverso la forma dei grandi eventi civili. In una comunione di intenti che negli ultimi anni ha visto una certa reattività civile in Occidente a cominciare dalla fortunata esperienza dell’Hamilton musicale di  Lin-Manuel Miranda, patrocinato da Barack Obama per celebrare le virtù dei padri della patria americana. “L’empito spirituale che c’è nelle lettere di padri e madri costituenti del 1947 – ha scritto Piovani introducendo il libretto di sala – ha radici etiche e poetiche anche nella antica cultura ateniese, nei versi di Eschilo; il quale, da ex-guerriero combattente, lancia un appello alla non-violenza, di convivenza, di pace, attraverso la voce di Atena”.

E nelle parole di Giuliano Amato lo sguardo è al mondo scosso da un ritorno di violenza su scala globale: “C’è ancora tanto, tanto bisogno di ragione affinché le Erinni cessino di spargere veleno e morte nelle nostre città“.

Il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato, durante il concerto ‘Il sangue e la parola”, ispirato alle Eumenidi di Eschilo, scritto e diretto da Nicola Piovani in piazza del Quirinale, Roma, 22 luglio 2022. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

La voce del narratore – in tonalità distesa quando racconta la storia, in tonalità grintosa quando interpreta le Erinni – è quella ormai popolare di Andrea Pennacchi, che alterna la sua voce teatralmente “governata” con quella ringhiosa del Poiana. Le belle voci soliste sono quelle di Maria Agresta (salernitana) e di Maria Grazia Combattelli (fiorentina). La drammaturga che ha lavorato al testo è Paola Ponti, architetto milanese che si è poi formata nella Scuola civica di teatro “Paolo Grassi” ed è oggi una conferma artistica riconosciuta.

Significati espliciti e significati casuali

La lunga preparazione di questo evento svolto alla presenza del Capo dello Stato (che comprende le quinte e la scena con intarsiate parole greche di Eschilo e parole italiane di spirito costituzionale: parola, rispetto, pace, giustizia, voce, democrazia, sangue, pensiero, ragione, repubblica), non poteva prevedere la coincidenza di questa prima assoluta con l’agguato parlamentare teso dai grillini e dalle destre al governo Draghi in nome di un progetto di campagna elettorale lampo che si propone come sovvertitore non solo della missione compiuta (che così è divenuta “incompiuta”) del premier dell’emergenza, ma anche della continuità filo-europeista dell’Italia, con ombre di apprezzamento putiniano per la destabilizzazione italiana e per la sfida della destra ricementata (schiacciata appunto sulla destra e quindi senza più la valenza di CD), sia contro M5S sia contro il centrosinistra che rischia di non fare in tempo a trovare una sua sintesi e quindi una sua adeguata narrativa elettorale.

Per questo l’atmosfera, pur gradevole e intensa della serata a piazza del Quirinale, ha visto la partecipazione di tanti in una sorta di rito testimoniale, senza vere e proprie allusioni al contesto politico, ma appunto con la memoria ai tempi in cui cultura e politica andavano più d’accordo e la celebrazione costituzionale apparteneva a una certa religione della patria.

La lunga consumazione di questi valori introdotta dalla sedicente seconda Repubblica e poi addirittura la sepoltura approntata dalla sedicente terza Repubblica (quella inaugurata dal Conte 1 con il governo giallo-verde) apparivano nelle intese, nei ritrovamenti personali, negli sguardi interrogativi, dei tanti partecipanti tenuti a distanza dalla lunga pandemia come un commento silente alla proposta della scena spettacolare.

Facendo qui riserva di essere questa magari una suggestione del tutto personale, chi scrive la annota nel convincimento che, invece, questa sfumata materia abbia disegnato con leggerezza il suo contorno all’evento.

L’opera di “spiegazione” del ruolo, delle funzioni e del servizio alla democrazia esercitato dalla Corte Costituzionale, che è stata una delle caratteristiche di vera e propria novità del mandato presidenziale di Giuliano Amato, è stata invece un punto di riferimento in evidenza nello spiegare il senso di questa vera e propria produzione di spettacolo, che potrebbe avere ora una sua circuitazione, attorno a cui Donatella Stasio (già Sole 24 ore, in forza dal tempo di Marta Cartabia al servizio stampa della Corte) ha espresso con  giustificato orgoglio.

Bellissimo il duetto tra le due voci soprano, il Canto di Atena con la civetta: “Terra e cielo dormono…E batte il cuore di chi aspetta una lucerna. E batte il cuore sveglio nell’oscurità. La nera terra dorme nella cecità”. 

La metafora della cecità – hanno pensato molti nel pubblico – non è solo una storia di guerre.


[1] Articolo pubblicato sul giornale online L’Indro, 25.7.2022 h.12.00 – https://lindro.it/mattarella-e-amato-patrocinano-in-musica-le-virtu-costituzionali/ – Ripreso qui in “Percorsi di Stefano Rolando” –

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