Congedi. Gianfranco Spadaccia (1935-2022).

(2018)

25 settembre 2022 – Radioradicale ha, questa mattina, dato per prima la notizia della scomparsa di Gianfranco.
Ho letto poco fa in treno l’annuncio fatto da Marco Perduca, pochi istanti dopo che avevo mandato a Gianfranco il testo pubblicato in questi giorni da Mondoperaio (n.9/2022) di un lungo colloquio con Simona Colarizi sui 130 anni dalla nascita del Partito Socialista.
Ero sicuro del suo riscontro. Per tante e incrociate ragioni. A cominciare dal fatto che sul n. 1/ 2022 della rivista (che lo stesso Gianfranco riconosceva essere rimasta l’unica e l’ultima testata stampata per parlare di storia e cultura politica con un approccio che ci ha appartenuto) era stato pubblicato un analogo lungo colloquio tra me e lui dedicato alla pubblicazione della sua necessaria e importante storia di “sessant’anni di battaglie radicali”, edita da Sellerio, alla cui progettazione e poi orientamento editoriale mi sono dedicato con affetto e amicizia.

Lo stesso sentimento con cui Gianfranco ha avuto a cuore l’editing – ancora in fase largamente correttiva – del mio libro intervista con Marco Pannella che Bompiani ha pubblicato nel 2009 e attorno al quale Gianfranco ha esercitato un ruolo di garanzia etico-storica per la quale Marco ha concesso di fare ciò non era riuscito nemmeno a Umberto Eco, che era arrivato alla prima stesura di un’intervista biografica  mai uscita dai cassetti.

Ci siamo conosciuti alla fine degli anni ‘70 quando lui era parte di una squadra di parlamentari radicali che avevano “occupato”  simbolicamente una sala di ingresso della Rai di Viale Mazzini per protestare contro la linea editoriale dei TG del servizio pubblico che avevano ammesso “ la diretta” per le interviste e le dichiarazioni di tutti i partiti politici ma non quelle dei radicali. Paolo Grassi mi spedì dal settimo piano in quella sala con il “non detto” mandato di trovare una soluzione non lasciando la mediazione alla direzione generale. In realtà quella direzione generale era inevitabile nelle soluzioni ma ci si arrivo’ dopo che le argomentazioni degli “occupanti” (ognuno di loro un pezzo di storia della politica di quegli anni) si mostravano ineccepibili ai sensi della legge di riforma recente e trovavano un’accoglienza insperata nell’allora direttore del TG1  Emilio Rossi. 


Sono “successi” che saldano amicizie. La nostra si mantenne negli anni, attraverso tanti momenti anche cruciali (come l’istruttoria – che aveva Paolo Vigevano come conduttore permanente – che portò all’estensione del contributo finanziario pubblico a Radioradicale mettendo in sicurezza l’emittente). E poi attorno a storie piu recenti in cui, per esempio all’atto di formazione di Più Europa, con Gianfranco abbiamo condiviso un progetto di pluralismo liberal-socialista e liberal-democratico (anzi, anche più ampio di queste già ampie radici) e non il rischio della progressiva restrizione degli ambiti di iniziativa ad una sorta di reducismo radicale
Gianfranco mancherà proprio al tavolo – che non c’è quasi più – di una sintesi modernizzata delle culture politiche liberal-democratiche, non sedicenti e improvvisate.
E mancherà anche ai tanti che sentivano le sue vibrazioni quando la discussione scadeva in piccinerie o in ipocrisie o in corporativismi.
La politica e’ generosità o non è. Gianfranco non sopportava l’opportunismo personale e aveva fiducia nell’entusiasmo dei giovani per correggere il tiro degli smaliziati con l’anima scarica. Per questo non era anziano. E per questo oggi la sua scomparsa stupisce tanti che non lo percepivano come “anziano”.
Voglio ricordarlo con le sue parole. Con le sue argomentate parole di quell’intervista sul suo libro che e’ cosa recente, quindi riflette la sua vivacità intellettuale che non e’ mai venuta meno.
Per chi ha interesse questo e’ il link.
https://stefanorolando.it/?p=5509

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *