Annotazioni online
25.12.2022 (FB) – Colpito dolorosamente dalla notizia della morte prematura di Franco Frattini, nel quadro di una amicizia avviata nel 1985 e con momenti di diretta sinergia (uno in particolare per far muovere i primi passi di ciò che, tempo dopo, diverrà la legge 150/2000), condivido qui su FB ciò che Guido Melis ha pubblicato poco fa (una sua approfondita intervista sul percorso di formazione e di carriera) che ci restituisce una voce elegante e il senso del contributo (anche generazionale) alla modernizzazione delle istituzioni del nostro Paese.

26.12.2022 (WA) – Quella che precede è una foto che ho sempre considerato importante. È l’ultimo giorno del governo Ciampi, 11 maggio 1994. Il presidente, Maccanico, Manzella. I capi dipartimento. Gli stretti collaboratori di Ciampi. Franco Frattini era vicesegretario generale (al centro della foto, gli sono appena dietro). Fin qui una sostanziale unità del gruppo dirigente. Dal giorno dopo le scelte cominciarono a non essere più uniformi. Poco tempo fa, ad inizio d’anno, quando FF è diventato presidente del Consiglio di Stato, gli ho mandato questa foto. Mi ha detto (credo sinceramente che sia quello che pensano i più rappresentati in quell’immagine) di averla già e di custodirla sempre con orgoglio. Al mio augurio di provare a fare qualche riflessione su quei divaricati percorsi mi ha risposto “molto volentieri”. Poi il tempo è volato, fino a questa notte di Natale.

26.12.2022 (WA) – Infatti, in quel 1994 – parlo di quel nucleo che si era formato con il governo Craxi, in particolare come filiera Amato – si finì per fare scelte diverse. C’era (forse i più) chi cercava un porto per dare futuro a un percorso che si stava forzosamente interrompendo. Io (anche se non da solo) vedevo piuttosto il ciclo storico che si concludeva nettamente. E non riconoscevo quel “porto sicuro”. Poco dopo (1995) uscii volontariamente, incamminandomi – pur tra diverse esperienze ancora – verso la “libertà minore” rappresentata dalla università. I fatti e gli sviluppi si sono sempre svolti nel rispetto reciproco. Non solo, ma proprio tra il 1994 e il 1995 lavorai – su richiesta e incarico di Franco Frattini, divenuto ministro per la Funzione pubblica – attorno al primo articolato di una legge per la comunicazione istituzionale italiana (primo paese europeo a normare) che poi Frattini ritenne – di intesa con il Parlamento – di far confluire in un progetto normativo bipartisan che seguì l’iter parlamentare non il percorso di una proposta di governo e divenne legge sei anni dopo (la n. 150/2000), sostanzialmente salvaguardando l’ispirazione, la traccia generale e l’articolazione dei principi. Purtroppo, respingendo due cruciali articoli che prevedevano l’obbligo per le istituzioni di provvedere a valutazione trasparente circa le attività di comunicazione svolta. In realtà il lavoro a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 era, per quella filiera di funzionari, concepito nel quadro di una missione di “miglioramento” dello Stato, qualcosa in più del solo “servire le istituzioni”. Con l’avviamento della “seconda Repubblica” – e fino a oggi – è stata mia impressione costante che l’agire con concreti esiti per le riforme istituzionali diventava, nel quadro politico che si andava formando, materia sempre più derubricata. Rimango, per questo, dolorosamente convinto circa ciò che mi pareva si profilasse in quel ’94. La foto che precede, comunque, ci ritrae nello svolgimento di un dialogo davanti ai dirigenti del gruppo Olivetti a Ivrea verso la fine del ’95.
26.12.2022 (WA) – Sulla fotografia del fine mandato Ciampi non si può non fare ancora un’osservazione. La foto che ho postato all’inizio mostra una inquietante assenza di equilibrio di generi di 30 anni fa. Era forse una ragione in più per riconoscere il ciclo (tra l’altro pre-internet) che declinava. In un gruppo del genere una sola donna (Melina De Caro, che allora era consigliere del segretario generale e che con Ciampi al Quirinale sarà vicesegretario generale alla PdR).

27.12.2022 (Percorsi SR) – Sono stato, con tristezza e mestizia, malgrado la scenografia dell’evento, allo svolgimento dei “funerali di Stato” nella basilica dei SS. Apostoli nel cuore di Roma.