Maurizio Scaparro è stato parte della comunità intellettuale, politica e professionale che tra gli anni ’70 e ’80 ha intensamente ragionato sulla trasformazione dei rapporti tra i sistemi della cultura e dello spettacolo – in una stagione promossa e guidata nel Partito Socialista da Claudio Martelli – che meriterebbe più luce e più racconto di quello che è stato fatto, per la continua sperimentazione tra nuove idee e produzioni e per la fioritura di talenti artistici sollecitati da progetti di riavvicinamento soprattutto tra televisione, cinema e teatro.
Dopo che era stato alla guida di molti teatri (direttore artistico dello Stabile di Bologna, dello Stabile di Bolzano, del Teatro di Roma e dell’ Eliseo), dopo il Festival dei Due Mondi di Spoleto e nel periodo 1979-1983 direttore del Festival Internazionale di Teatro all’interno della Biennale di Venezia, tra il 1983 e il 1984 – nel rilancio produttivo dell’Istituto Luce, di cui ero dg dal 1982 – creai le condizioni per il suo debutto cinematografico adattando cioè ai tempi e al linguaggio del cinema e della tv la sua straordinaria edizione teatrale del Don Chisciotte (film che ha avuto poi trenta anni dopo, nel 2014, il trasferimento in digitale https://www.ibs.it/don-chisciotte-dvd-film-maurizio-scaparro/e/8014191902007).

Questa esperienza fu per lui una grande gioia e conservo – insieme all’amicizia di una vita – una bella grafica dedicatami con una interpretazione inusuale del personaggio di Cervantes.
Nel giorno del congedo lo abbraccio con il pensiero all’entusiasmo del suo modo di pensare, fare, narrare, anche nelle relazioni personali.