Comunicazione istituzionale. Delle due l’una.

Un commento di Stefano Rolando

Mantengo un’abituale prudenza a commentare la comunicazione istituzionale italiana da quando ho lasciato – dopo averla gestita per dieci anni – la responsabilità di quella competenza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (con dieci governi).

E tuttavia da molti anni insegno quella materia e non mi limito alle tecniche, ma anche allo “sguardo critico”, necessario per sostenere la tesi della “spiegazione istituzionale” contro il propagandismo e contro le omissioni.
A volte taccio per carità di Patria (come si diceva una volta).
Altre volte porto i casi in aula e li affronto con gli studenti.
Questa volta non credo si debba sorvolare.

Parliamo, come oggi molti sanno già, del caso del Ministero della Pubblica Istruzione divenuto Ministero dell’Istruzione e del Merito (dunque MIM). Come si vede nell’immagine, questa storpiatura tondeggiante che aggira la regola proverbiale della sobrietà dei loghi istituzionali, trasforma – a prima vista – quello che dovrebbe essere un “Ministero della Repubblica” in una insegna di pizzeria.
Ma c’è ovviamente anche dell’altro che obbliga a qualche parola.

Quasi tutti i media hanno ammesso ciò che non può non essere stato notato dai committenti della sintesi grafica del nuovo acronimo: l’impressionante somiglianza di quelle due M ai lati, tecnicamente spiegata dalla per altro non necessaria “rotondizzazione”, a due fasci littori che in verità attanagliano la povera lettera I, spaurita come un biscotto Pavesini, lasciata in mezzo col suo cappelluccio italico senza alcuna solennità.

Dunque l’artificio tecnico-grafico produce così una rilevante “notiziabilità del logo”. Piaccia o non piaccia questo è l’esito.
E con questo esito, delle due l’una.
O i committenti non si sono nemmeno accorti dell’effetto, il che dimostrerebbe la loro incompetenza comunicativa; oppure la hanno voluta, il che dimostrerebbe l’insubordinazione anticostituzionale.
Dicano loro. Poi trarremo le nostre modeste conclusioni.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *