Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche europee
Comunicazione / Eventi (sito ufficiale)
Club di Venezia in Lituania
Vilnius, 6 giugno 2018
Si apre domani giovedì 7 giugno a Vilnius, capitale della Lituania, la sessione primaverile del Club di Venezia Partecipa per l’Italia una rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri [1].
Tra i temi in discussione:
- attualità del valore aggiunto dell’Europa, a un anno dalle elezioni per il nuovo Parlamento UE
- contrasto alle cosiddette “minacce ibride”, alle fake news e alle manipolazioni informative nel quadro internazionale
- esperienze di applicazione della teoria del “Nudge”, in continuità con la discussione aperta a Venezia nella plenaria autunnale del 2017.
La due-giorni di lavori sarà introdotta dagli interventi di Linas Linkevičius, Ministro degli Esteri lituano, e da Stefano Rolando, presidente onorario del Club di Venezia.
“Da oltre trent’anni – spiega Rolando – questo tavolo mostra il buon operato di un soggetto europeo che agisce a basso costo e ad alto rendimento, cercando di armonizzare professionalmente ambiti che mostrano convergenze e marcate distinzioni. La comunicazione pubblica svolta in forma etica può rendere grandi servizi alla fase di transizione e di rigenerazione che l’Europa attraversa, soprattutto se gli orientamenti delle prestazioni terranno più in considerazione attese e bisogni dei cittadini“.
Resoconto sommario della Conferenza
I lavori del Club of Venice a Vilnius sono stati avviati alla Town Hall con le relazioni di apertura del ministro degli Esteri lituano Linas Linkevicius e del presidente del CDV Stefano Rolando [2].
Il ministro lituano ha espresso apprezzamento per la fruttuosa collaborazione con il CDV che ha portato a concepire e organizzare una conferenza dedicata a temi rilevanti e strategici della comunicazione pubblica in Europa e ha segnalato il rilievo di un modello di lavoro sulla materia che privilegia l’informalità degli scambi e delle esperienze tra operatori ed esperti di tutti i paesi europei. Tra l’altro dicendo testualmente:
“E ‘un grande onore darvi il benvenuto a Vilnius, Venezia è ovviamente la casa spirituale del Club ma Vilnius è un buon posto per discutere la resilienza e le lezioni apprese per contrastare disinformazione, propaganda e notizie false. È importante lavorare insieme, per unire le forze. La lotta contro la disinformazione ostile non è una sfida di comunicazione, è una sfida alla sicurezza, non è una restrizione della libertà di parola, ma prima di tutto è una lotta contro le menzogne: le menzogne non possono essere considerate come un punto di vista alternativo. E’ il motivo per cui dobbiamo essere proattivi a spiegare la nostra narrativa: la nostra comunicazione deve essere assertiva, responsabile e fornire informazioni alternative per le nostre società “.
Il presidente del CDV ha ringraziato governo e struttura comunicativa lituana per la perfetta organizzazione, inquadrando brevemente il programma della conferenza nell’agenda – con i suoi punti di convergenza e con aspetti di confronto e conflittualità – delle relazioni interne all’Unione Europea e segnalando, dopo oltre trenta anni di esperienze di questo format, l’opportunità di un ambito di lavoro e di dialogo tra esponenti nazionali ed esponenti delle istituzioni europee, integrati da figure esperte dell’ associazionismo specializzato e del mondo accademico.
I lavori sono poi proseguiti con la tavola rotonda dedicata alle consultazioni “citoyennes “ promosse in ambito europeo e soprattutto in Francia. Hanno introdotto questo tema Jaume Duch Guillot (direttore generale COM del Parlamento europeo), Reijo Kemppinen (direttore generale COM del Consiglio UE), Tina Tournatzi (capo dell’ unità sulla comunicazione strategica della Commissione UE) e Gaetane Ricard-Nihoul (segr.gen.aggiunta dell’organizzazione delle “consultations citoyennes ” in Francia) [3].
La seconda sessione è stata dedicata a un tema privilegiato dalle strutture comunicative degli inglesi e in generale dei paesi nordici che riguarda un altro fronte di specializzazione e di nuovo orientamento delle strutture adibite a comunicazione nelle istituzioni. Il fronte di lotta alla falsificazione informativa e alle fake news.
Con la mediazione del lituano Rytis Paulauskas (direttore della comunicazione del governo) si sono misurati Alex Aiken (capo della comunicazione del governo britannico) e l’italiano Silvio Gonzato (responsabile delle relazioni inter-istituzionali del servizio diplomatico europeo che fa capo a Federica Mogherini). La tematica si è poi articolata in tre workshop paralleli. Tra i partecipanti italiani Dario Savoriti (MAECI) è intervenuto nel quadro della tavola rotonda dedicata al monitoraggio delle fake news. Rosa Cavallaro (in rappresentanza di AGCOM) è intervenuta nel workshop dedicato alla resilienza. Paolo Cesarini (Commissione UE) è intervenuto nel workshop dedicato alla disinformazione e alla propaganda.
La terza sessione ha riguardato il cambiamento delle prospettive del settore in ordine agli indicatori della soddisfazione del cittadino e soprattutto nel quadro della “Nudge theory” (teoria del pungolo o, come hanno scritto Richard Thaler premio Nobel per l’economia 2017 e Cass Sunstein collaboratore di Barack Obama, “la spinta gentile”); ovvero la teoria degli aiuti indiretti che influenzano i processi decisionali e comportamentali. Key note speaker Ruth Kennedy ha fondato e dirige “The Public Office” e ha lavorato in comunicazione pubblica anche presso il gabinetto del primo ministro inglese. Ne hanno discusso anche Sean Larskins, che nell’ambito del WPP-Governement and Public Sector a Bruxelles che è stato autore di un noto rapporto sul futuro della comunicazione governativa in Europa presentato l’anno scorso al World Economic Forum a Davos ; Erik van Den Hoedt direttore della comunicazione del governo olandese e Igor Blahusiak direttore della comunicazione del governo ceco.
Erik van den Hoedt e Robert Wester (comunicazione del governo olandese) hanno poi presentato un rapporto di ricerca sulle più evidenti tendenze di approccio dei servizi di comunicazione istituzionale in Europa. Segnalano il tema della coesione sociale che cresce negli obiettivi, segnalano l’esigenza di riguadagnare fiducia dei cittadini nelle istituzioni, segnalano la centralità del lavoro delle comunità locali, segnalano profili di apprendimento e di tutela giuridica nelle applicazioni tecnologiche, segnalano una nuova evidenza della privacy, segnalano infine gli aspetti positivi e i limiti di un lavoro ormai connesso sempre (24/7 on line). La sessione dedicata al tema “capacity / capability building ” e ai comportamenti è stata chiusa dalla relazione di Riccardo Viale, segretario generale della Herbert Simon Society e docente all’ Università di Milano Bicocca. Al cuore delle raccomandazioni il principio di puntare alla autonomizzazione responsabile e cosciente dei cittadini, insegnando a tutti i livelli come utilizzare meglio gli strumenti amministrativi e di servizio. Tra gli esempi citati la questione delle vaccinazioni (che ha ricompreso anche noti aspetti di manipolazione informativa).
A conclusione dei lavori della conferenza Vincenzo Le Voci, segretario generale, ha proposto (con redazione partecipata da tutto lo Steering Commitee del CDV) una ” Carta di Vilnius” su orientamenti di ordine generale in materia di trasparenza e qualità dell’Informazione istituzionale nelle relazioni internazionali con il titolo “Vilnius Charter on Societal Resilience in a challenging digital landscape” [4]. Le Voci ha altresì annunciato che la sessione autunnale, tradizionalmente a Venezia, si svolgerà il 22 e 23 novembre del 2018 e che nell’ultimo trimestre dell’anno sono altresì previsti un seminario in Grecia dedicato al tema migratorio e un seminario a Londra dedicato ai nuovi profili delle strategie di comunicazione istituzionale.
Conclusa la conferenza del Club of Venice a Vilnius
Una nota del presidente Stefano Rolando
Non si può parlare di tutto in una conferenza di un giorno e mezzo. Abbiamo discusso in queste due giornate essenzialmente su tre temi del cambiamento professionale della comunicazione istituzionale. Che il nostro segretario generale Vincenzo Le Voci è riuscito a comporre in un quadro denso e interessante.
Innanzi tutto come si può unire meglio la comunicazione alla democrazia partecipativa e come può prendere piede il modello delle “conventions citoyennes” (preziosa su questo la testimonianza di Gaetane Ricard-Nihoul, segretaria generale aggiunta dell’organizzazione delle consultazioni dei cittadini che sono ripartite in Francia).
In secondo luogo come si possono svolgere compiti costanti di individuazione e contrasto delle fake news che si producono nella scena comunicativa internazionale. Ottimo qui il dialogo tra Alex Akien ( direttore della comunicazione del governo britannico) e Silvio Gonzato (responsabile delle relazioni inter-istituzionali del servizio diplomatico che fa capo alla commissaria Federica Mogherini).
In terzo luogo come si possono migliorare comportamenti che incidono alla fine anche sulla “citizens satisfaction“, con moltissimi contributi in materia di sviluppi della “capacity building”.
Sono aspetti tutti interessanti che meritano di essere condivisi. Insieme a tanti altri (per fortuna Kevin Traverse Healy ha toccato, anche se solo per un minuto, la questione che resta fondamentale delle risorse finanziarie).
Ma, anche pensando ai miei molti anni di esperienza sia nella amministrazione centrale che territoriale, vorrei aggiungere in conclusione che la comunicazione istituzionale non deve mai abbandonare la sua finalità sociale.
Che significa oggi continuare ad accompagnare i cittadini alla comprensione e all’accesso soprattutto per fronteggiare disuguaglianze e oggi anche per sostenere l’alfabetizzazione di chi è ai margini dei processi digitali. RIccardo Viale ha fatto un cenno interessante al tema di una certa “pedagogia sociale” che promuova l’autonomizzazione dei cittadini.
È vero che questa funzione è svolta nei territori, nel decentramento. Ma da tempo diciamo che il rapporto fra servizi centrali e territoriali deve essere riesaminato, perché in alcuni paesi si profila un distacco, mentre in altri paesi (come hanno ben segnalato i nostri amici olandesi Erik van Den Hoedt e Robert Wester) è esattamente il contrario.
Quando il legame è stabilito le strutture centrali operano con più realismo e quelle territoriali operano con più visione.
Vorrei ancora aggiungere che un tema che si colloca in questa relazione – e che riguarda l’Europa, gli Stati e i territori – è quello della identità competitiva ovvero delle nuove forme di public branding, a cui si collegano politiche di attrattività e di sviluppo.
Resta poi sempre da sviluppare nel nostro contesto il modo con cui la comunicazione costituisce una intelaiatura importantissima delle questioni migratorie. Una funzione interna a quei processi e una funzione di rappresentazione generale che muove l’opinione pubblica, la politica, le decisioni nazionali e internazionali. Abbiamo affrontato il tema sia in Italia che in Grecia, ora anche da parte di francese si è posta qui una esigenza di discussione. La prospettiva deve essere complessiva ed orientata al futuro. Se ne parlerà – è sperabile – nelle prossime occasioni, magari anche a Venezia nella sessione autunnale o in Grecia se il seminario annunciato potrà avere luogo.
Infine vorrei ricordare che a fine anno a Lione si celebrano i 30 anni di Cap Com (rete territoriale francese della comunicazione pubblica) e che al centro della discussione ci saranno le nostre città, soprattutto le grandi città a dimensione metropolitana.
L’ insieme di questi argomenti costituisce un modo concreto, pragmatico – come ho osservato nella apertura dei lavori, intervenendo dopo il ministro degli Esteri lituano Linas Linkevicius – e forse anche efficace per ridurre il rischio che il conflitto tra europeismo e sovranismo riporti in Europa indietro le lancette della storia.
Note
[1] Il cons. Dario Savoriti (Servizio Stampa e Informazione)..
[2] In occasione della apertura dei conferenza di Vilnius, Stefano Rolando ha pubblicato una nota su Rivista italiana della comunicazione pubblica (on line) con il titolo “Europa, non solo procedura ma anche futuro da progettare” https://www.facebook.com/notes/rivista-italiana-di-comunicazione-pubblica/europa-non-solo-procedura-ma-anche-futuro-da-progettare-e-comunicare/1985344708150876/
[3] Nel quadro di questa sessione della Conferenza il presidente della Sezione italiana del Movimento europeo Pier Virgilio Dastoli ha contribuito alla tematica in discussione attraverso il documento Empower Citizens for the future of Europe.
[4] Documento qui accluso