Podcast n. 54 – Il Mondo Nuovo – 6 agosto 2023- Improvvisamente l’estate in corso

Per il magazine online Il Mondo Nuovo – Versione audio: https://www.ilmondonuovo.club/improvvisamente-lestate-in-corso/

Stefano Rolando

Il Sole 24 dedica oggi, prima domenica di agosto, due intere pagine – la seconda e la terza – lanciano un forte allarme alla “frenata improvvisa” del turismo italiano.

La domanda sarebbe in discesa fino al 30%.

Nel titolone che regge la prima pagina si legge: “Italiani in fuga”.

E chi se l’aspettava?

Fin qui tutto a gonfie vele. Chi abita nelle grandi città aveva l’impressione del sold out.

Invece il quotidiano di Confindustria lancia alcuni precisi messaggi.

Il primo spiega che l’emergenza inflazione ha ridotto la disponibilità di spesa delle famiglie. Dunque, crisi del turismo di massa (a quattro colonne).

Il secondo: “Ma il settore di lusso va a pieni giri: arrivi record e strutture complete”.

Il terzo: “Nell’area chiave del Paese – il Sud – è partita la corsa al risparmio

Il quarto: impegnando dodici colonne a spiegare l’inattesa doccia fredda,  alla ministra del settore, Daniela Santanchè, è riservato un ritaglino in alto – tra le brevi – per farle dire : “Qualche flessione d’agosto”. Cioè che “la prima parte dell’estate è stata ottima ad agosto vediamo a macchia di leopardo qualche flessione, ma il grande lavoro che dobbiamo fare resta quello di destagionalizzare il turismo”.

Io non sono un tecnico del turismo.

E questa nostra rubrica si occupa sostanzialmente di “rappresentazione”.

Per cui cerco di spiegarmi questo lampo lanciato in mezzo ad altre dominanti della politica interna e del riscontro di attrattività dell’Italia nel mondo, per leggere la questione con, se poso dire così,  i piedi per terra.

Certo, la marginalizzazione in contrappunto della ministra ha poco da essere interpretata.

Con il dossier Santanchè aperto, il messaggio dell’organizzazione delle imprese (anche del settore) appare abbastanza chiaro. Anche perché sullo stesso quotidiano qualche tempo fa – intervistona di Maria Latella alla Santanchè – tutto  il ruolo era giocato sull’immagine dell’Italia nel mondo, per preludere a quella campagna annunciata della Venere botticelliana influencer destinata a non spostare un turista ma a spostare piuttosto i nostri social in un frenetico meme. E ora si capisce che  una politica del settore – per carità, anche la destagionalizzaizone è un tema – deve dimostrare di avere in presa diretta tutti i contraccolpi del cigno nero, cioè dell’imprevisto.

Imprevisto che ha suonato la sua musica in questo campo.

Chiusa la pandemia, si è aperto il climat change. Tra alluvioni, slavine, incendi e soprattutto un caldo asfissiante le destinazioni turistiche della mobilità di massa alla fine ne hanno molto risentito. Ma con un governo che ha la consegna di minimizzare la preoccupazione ambientale  appare evidente che le pur oneste ma silenziose lacrime del ministro dell’ambiente Pichetto  non hanno il potere di fermare l’onda delle disdette.

È il “piano” qualitativo, strategico, del turismo italiano che manca all’appello, ormai da tempo immemorabile. Dar per scontata la crescita regolata dal puro marketing quantitativo tira finché tira. Quando si sommano avvisaglie critiche – questo vale per molti settori sulle montagne russe – è più facile precipitare che cercare di imboccare (dopo meditata analisi) percorsi alternativi.

E sì che il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva proprio invocato il turismo per recuperare sulla flessione congiunturale del PIL dello 0,3% del secondo semestre.

C’è ancora troppa ideologia nazionalista nello schema di rappresentazione della realtà da parte del governo Meloni per avere il pragmatismo culturale necessario per mettere da parte per tempo boutades sull’Italia irresistibile e per avere coltivato un rapporto nazionalmente simpatico nei confronti del mondo intero e soprattutto dei paesi vicini.

Dico per esempio la Francia, paese ineludibile per i destini moderni dell’Italia, sensibile all’Italia quando l’Italia non diventa qualcuno che tira calci negli stinchi (sono ancora vivi i francesi che si ricordano l’ignobile invasione militare mussoliniana nel 1940 a paese già sottomesso dai nazisti, per stare in fretta e furia dalla parte dei vincitori). Beh, se c’era un momento giusto per dare una mano a Macron – fregandosene di qualche stupidata dei suoi ministri – era proprio questo del 2023. Sempre con la mappa delle curve del turismo vien da dire “Germania altrettanto”. Non so se il consigliere diplomatico di Giorgia Meloni ha vita facile. Dico solo che i tifosi della premier lodano le forme di apprezzamento personale delle sue visite internazionali. Ma la diplomazia ha il suo vero rendimento quando dietro a ciò si misura anche la migliorata simpatia nei confronti dell’Italia stessa e soprattutto della cosa che appare spesso più difficile cioè nei confronti degli italiani.

Presa così la politica estera per i suoi riflessi sull’interno, essa va giudicata con occhi e paradigmi che ormai conoscono in pochi. Mentre l’effetto cartolina dei viaggi e dei tappeti rossi della Meloni ha preso totalmente il sopravvento. Stile che appartiene non ai grandi paesi del mondo ma a quelli che sono a metà classifica.

In ogni caso, qui l’allarme del Sole 24 ore è serio e anche diverso. Per esempio – così è scritto in un pezzo del dossier– gli stranieri salvano Toscana ed Emilia Romagna. Dove gli italiani – per via del combinato disposto prezzi-clima – “disertano” (cito il giornale).

L’Emilia Romagna ha una tenuta del +2,1% e per la Toscana la componente internazionale sta dando una mano decisiva.

Questo per dire che non bisogna generalizzare e non bisogna non avere fiducia nella capacità reattiva del sistema stesso di trovare a partire da questo agosto alcune risposte efficaci.

E’ che non si sente da ambiti che ci stanno abituando a troppi messaggi berlusconiani (cioè di ottimismo forzato) argomenti, valutazioni, analisi che magari possono tradire qualche preoccupazione ma che nella sostanza mostrerebbero anche ai critici per definizione che per governare il saliscendi delle crisi non ancora tutte risolte (in cui l’Italia naviga a pieno) al sistema di navigazione è più utile un sistema pragmatico alla Draghi che quello che con fierezza e orgoglio viene chiamato “un finalmente governo politico”.

Come se per politico si volesse dire sempre “vincere e vinceremo”, anziché sollevare una palpebra di fervida analisi sulle contraddizioni sistemiche e dunque sui rischi di peggioramenti.

Forse c’è chi ricorda Improvvisamente l’estate scorsa (Suddenly, Last Summer), un film del 1959 diretto da Mankiewicz, tratto dall’omonima pièce teatrale di Tennessee Williams, adattata per il cinema dallo stesso drammaturgo insieme a Gore Vidal.

Il film ottenne tre candidature ai Premi Oscar 1960 (sia Katharine Hepburn che Elizabeth Taylor candidate come miglior attrice protagonista, oltre a miglior scenografia) e la Taylor vinse il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico. Beh – salvo il titolo – questo film non c’entra nulla con le cose di cui stiamo parlando, fu un film drammatico che per la sceneggiatura doveva trattare di omosessualità ma la sfiorò appena. Ma è perfetto per farci fare il titolo di questo podcast con evidente allusione: Improvvisamente questa estate.

Fondazione Campagna Amica – Tendenze primi mesi 2023 su 2022 – Le prime dieci aree internazionali di attrazione in Italia.

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