Il dilemma del re dell’Epiro. Album delle figurine n. 44, mercoledi 5 settembre 2018

Ho interrotto il 25 agosto la quotidiana proposta di un Album delle figurine con immagini riferite a brani del testo del libro-intervista Il dilemma del re dell’Epiro.

La pagina 43 è stata l’ultima pubblicata e si riferiva soprattutto all’esperienza ultra-trentennale del Club di Venezia, coordinamento europeo della comunicazione istituzionale.

Riprendo oggi – rientrato da una ospedalizzazione che ora richiede una fase riabilitativa – dalla pagina 44, contando di arrivare al termine, cioè alla pagina 50 che si fermerà all’anno  2000, cioè all’atto del varo della legge 150/2000. Lì ricomincia un’altra storia, per me con al centro la quasi ventennale esperienza universitaria. Che è materia dell’ultima parte del libro-intervista. Vedremo dopo la pagina 50 se sarà il caso di fare qualche sintesi per immagini anche di questo più recente segmento.

La pagine 44 prosegue alcuni elementi legati alle relazioni internazionali (anni ’80-’90).  Anche la 45 e la 46 saranno su questo profilo.

Chiedo scusa per l’interruzione. Grazie a chi ha seguito e segue con qualche interesse il percorso.

Chi fosse interessato al libro (edito da ES-Edizioni Scientifiche, Napoli) lo trova in rete nella pagina della casa editrice o nei principali distributori.

 

N.44, mercoledi 5 settembre  2018.

A pagina 136 del libro-intervista è scritto:

L’agenda internazionale del nostro lavoro al Dipartimento era in un certo senso perfettamente parallela a quella degli impegni nazionali ma, in quel tempo, era  anche profondamente contaminante. Anche prima di internet si percepiva (grazie alla televisione, in particolare) la dinamica globale del sistema cultura-media-comunicazione. Ma qui, parlandone, è impossibile ripercorrere quell’agenda in modo sintetico. L’unica possibilità è scegliere qualche spunto, soprattutto nelle direttrici più caratterizzanti gli impegni del tempo”.

In evidente stretta relazione con la direzione delle relazioni culturali del MAE (a cui quella rete faceva riferimento di competenza) la linea di operatività sulla promozione della cultura italiana (allora gestita strategicamente nell’ambito della Presidenza del Consiglio offriva molte opportunità anche riguardanti la progettazione e la produzione di prodotti e servizi a cui concorrevano le redazioni interne del Dipartimento e, soprattutto, un programmato utilizzo degli apporti di soggetti in convenzione con la Presidenza (dalla Rai, proprio per i programmi di internazionalizzazione, alle agenzie di stampa, ad altri soggetti culturali, industriali e professionali). Un luogo di alta rappresentanza in questo ambito di iniziative era costituito dalla Fondazione Cini all’isola di S. Giorgio a Venezia, nel cui ambito si svolgevano alcune delle manifestazioni qualitativamente più importanti.

 

Foto

  • Nella foto uno di quegli eventi, svoltosi verso la fine degli anni ’80, per ascoltare i bisogni informativi e di servizio culturale della rete dei direttori degli istituti di cultura italiani nel mondo (con Vittore Branca, vicepresidente della Fondazione Cini) e gli atti di quel convegno che riprogettò l’azione internazionale di collaborazione multimediale. Molte altre furono le iniziative e le pubblicazioni sulle relazioni culturali nel sistema europeo.

  

 

   

 

Le relazioni con la Francia e la Germania nel campo della cultura e della comunicazione rivestivano una dorsale delle iniziative  programmate.

  • Nelle prima foto il meeting a porte chiuse a Villa Adenauer a Cadenabbia promosso dal Bundespresseamt di Bonn e dal Dipartimento Informazione ed Editoria nel 1988 sulla identità reciproca tra italiani e tedeschi ebbe un forte senso di innovazione interpretativa rispetto alla lunghissima linea del quarantennio post-bellico. Nelle due giornate di discussioni emersero novità e sforzo di mutua comprensione degli stereotipi. Nella delegazione italiana guidata dal dg del DIE Stefano Rolando, Demetrio Volcic, Nadio Delai, Riccardo Felicioli, Renata Thiele, Paolo Ungari, Guglielmo Trillo. La delegazione tedesca era guidata dall’amb. Franz Keil.

  • Nella seconda foto l’incontro nel 1990 a Bonn con il sottosegretario all’informazione del governo tedesco nel quadro di un meeting coordinato con tutti i servizi di comunicazione istituzionale UE attorno ai problemi della riunificazione tedesca.

  • Nella terza e quarta  foto, due  frammenti di molteplici eventi collocati nella  cooperazione culturale italo-francese. 1. Andrè Chastel (già direttore di Villa Medici) riceve dal sottosegretario Amato il premio speciale della cultura della Presidenza. 2. Un riferimento a Eurovisioni, festival forum sull’audiovisivo in Europa, a Villa Medici a Roma patrocinato dagli anni ’80 insieme al governo francese (tuttora operativo, la foto si riferisce ad anni più recenti e al “memorial” a Villa Medici dedicato a Massimo Fichera, con – tra gli altri – Giuliano Amato e Luciana Castellina (la cui presidenza di Eurivisioni seguì la mia negli anni ’90).

  

Dopo la caduta del muro di Berlino l’agenda delle relazioni con i paesi dell’est europeo ebbe una forte scossa. Molte e continuate le iniziative. Qui ci si riferisce al progetto “Roma-Bucarest, un treno per la pace e la cultura promosso dal Dipartimento, per iniziativa del presidente del Consiglio Andreotti, all’indomani della caduta del regime di Ceausescu per riannodare con un evento popolare i rapporti culturali con la nuova Romania.

 

  • Nelle foto, la concertazione del progetto del “treno speciale Roma-Bucarest” nella Sala Vere di Palazzo Chigi (riconoscibili da sinistra il prof. Paolo Ungari, presidente della Commissione Diritti Umani della Presidenza, l’amb. Alessandro Vattani direttore generale delle relazioni culturali degli Esteri, Luigi Amaduzzi ambasciatore d’Italia  a Bucarest, il sottosegretario alla Presidenza Nino Cristofori, il capo del  DIE Stefano Rolando, i dirigenti del Dipartimento.

  • Il viceministro della Cultura del primo governo provvisorio romeno Coriolan Babeti, presso il Dipartimento Informazione ed Editoria della Presidenza (nella sede di Via Po a Roma) con il team costituito per il progetto del “treno speciale per Bucarest” per la programmazione dell’evento (prima a sinistra nella foto l’attrice romena Veronica Lazar, moglie di Adolfo Celi, tra le animatrici del progetto).

   

  • La conferenza stampa con il presidente della SIAE il maestro Roman Vlad (musicista di origine romena) per il sostegno della Società italiana autori ed editori al progetto.

  • Due progetti di ricerca sulla immagine reciproca tra Itali e Romania promossi e realizzati successivamente (nel 2004 e nel 2008) nel quadro delle attività della Fondazione Università IULM, con riferimento ideale alla linea di iniziative sviluppatasi nelle relazioni culturali italo-romene a partire dall’evento dell’inizio degli anni ’90.
  

 

 

 

 

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