Ho aperto questa mattina alla Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri di S. Maria in Via a Roma – insieme al segretario generale di Palazzo Chigi Roberto Chieppa, al presidente del Comitato italiano Fair Play Ruggero Alcanterini e a molti altri operatori istituzionali e di impresa tra cui Armando Soldaini (RomExpo), Tommaso Nastasi (Deloitte), Andrea Canapa (Fondazione Italia-Cina), Enzo Peruffo (Luiss), Giovanni Cubeddu (Cinitalia – China Media Group) – la conferenza di organizzazione sul tema “Il contributo italiano allo sviluppo dell’industria del calcio in Cina“, in vista della Fiera di novembre a Pechino che costituisce un passaggio relazionale e comunicativo di un grande progetto di cooperazione culturale, sociale e imprenditoriale.
Ho ricordato – tracciando alcune premesse sui fattori di successo utilizzabili per delineare lo spazio competitivo italiano in questa grande opportunità – non solo la chiarezza strategica, i fattori di sistema, la qualità e l’innovazione delle proposte, ma anche un grande tema di “brand” riguardante tradizione e reputazione. Una storia antica delle civiltà mediterranee, rinnovata nel Rinascimento e poi modernizzata in Europa, ma anche antica e rigenerata nei secoli nella stessa Cina, dai tempi dello Tsu-chu della storia imperiale, fino all’epoca di Marco Polo, fino ai moderni radicamenti nell’800 (come racconta nel suo “sogno cinese” dedicato a quella a noi poco nota storia del calcio Nicholas Gineprini).
Dunque strategia e memoria per contribuire ad una trasformazione in cui anche per l’Italia del territorio (città, club, imprese) sarà possibile entrare nelle forme di gemellaggio che si vanno configurando.
Immagini tratte da interviste in rete di Nicholas Gineprini.
L’intervento svolto nella sessione di apertura
Il contributo italiano allo sviluppo dell’industria del calcio in Cina
25 settembre 2018
Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Elementi di introduzione
Stefano Rolando [1]
- Ogni occupazione di spazio competitivo internazionale (duraturo) funziona quando agiscono almeno questi fattori:
- chiarezza strategica
- investimenti
- qualità e innovazione nei contenuti
- fattori di sistema (istituzioni/alleanze)
- tradizione e reputazione.
- L’apertura di un immenso mercato legato al foot-ball in Cina avviene con alcune opportunità di posizionamento italiano. Esso:
- si regge su spunti congiunturali interessanti
- non si reggerà all’infinito senza un’evoluzione guidata con grande cura
- richiede razionalizzazione condivisa tra tutti gli attori interessati
Da qui la pre-conferenza di Milano del 2017, la conferenza di oggi a Roma, le opportunità della fiera di Pechino a novembre (di cui si parlerà oggi nel dettaglio).
- Una breve premessa storica.
- Noi italo-mediterranei vantiamo una radica greco-romana (Episkiros in Grecia/ Harpastum tra i romani) e poi una innovazione rinascimentale.
- Ma attenzione: la più antica radice del gioco del simil calcio è per l’appunto in Cina (il tsu–chu), nella provincia di Shandong, la terra di Confucio. Nella storia imperiale della Cina ci sonoi tracce importanti del gioco del calcio con la fondazione della dinastia Han, con Lin Bang nel 206 a.C. [2]
- Poi il Rinascimento : Florentinum Harpastum / sappiamo di una rete italica rinascimentale (Venezia, Mantova, Urbino, Padova, Bologna). Poi fu proibito perché si trasformò in gioco troppo violento (piccola analogia che meriterebbe uno studio storico-compartivo)
- Poi si rigenerò in Inghilterra nel ‘700 con due correnti: il mani e piedi (rugby) – palla in rete (meta dal greco) e il piede –palla (foot-ball) con la palla in goal (meta tradotta in inglese).
Date: 1846 Cambridge Club Foot-ball / 1857 Hallam Club Foot Ball / 1863 11 squadre.
- In Cina il primo radicamento moderno del calcio (dopo un declino di oltre tre secoli) è del 1860.
- In Italia 1893 a Genova il Genova Italian Foot Ball (nel 1898 Milan Cricket & Foot Ball Club) /nel 1898 1° campionato ITA a 4 squadre (al tempo stesso in Cina si disputa il Challeng Shield a Hong Kong) / nel 1909 la FIGC / nel 1908 nelle discipline olimpiche / nel 1930 i mondiali (per primo l’Uruguay).
- Questa storia è parallela ad altre storie nel mondo.
Ma l’Italia ha certamente espresso un modello di successo che oggi è entrato in un ciclo ancora con cambiamenti non del tutto chiari. Un modello che era basato su 4 fattori che tendono a modificarsi:
- Appartenenza metaforica identitaria territoriale (per quasi tutti / modello Juve nazionale)
- Esperienza antropologica (Brera / Gigi Riva “Rombo di Tuono” – Varese)
- Mecenate territoriale
- Sacralità della Nazionale
- Ognuno di voi è più esperto di me per sapere come queste quattro voci vanno trasformandosi.Per esempio:
- Il tema dei diritti mediatici
- La mercificazione dei calciatori e dei trainer (continui attacchi al principio di “fedeltà”)
- Il rapporto tra tifoseria e violenza
- E tuttavia sopravvive un paradigma. Si tratta di capire bene se quel che sopravvive è oggi in condizione di assicurare i fattori strategici che abbiamo indicato all’inizio. Per provarci dobbiamo parlarne e verificare. Ecco alcuni elementi della conferenza di oggi, improntata a pragmatico ottimismo.
- Il tema della brandizzazione (mia area specialistica) è importante. Pe ril suo metodo e per le sue regole.
- Essere parte di un brand (certamente in Italia) / locale e nazionale
- Essere nella dinamica viva di riconoscibilità degli avvenimenti in relazione al rapporto tra identità e immagine.
- Riguardare alcuni fattori di identificazione che diventano anche fattori di narrativa
– successi
– nostalgie
– memorie generazionali
– epica del calcio
– definizione del pantheon
– potere delle teche
– soprattutto parte rilevante del “dibattito pubblico quotidiano”
- Non si può entrare in una storia così diversa facendo aderire altri (in questo caso i cinesi così poco amalgamabili) a modelli identitari. Ma si può entrare in una storia seria e antica, con tutti i suoi risvolti da studiare, facendo conoscere e rispettare un’altra storia antica che ha reputazione moderna
(esattamente come è per la moda o per le auto)
Quindi inventando un modello di co-brandizzazione del calcio.
E qui si apre lo studio da fare: difficile/ appassionante/ preliminare / necessario.
[1] Professore di “Public Branding” all’Università IULM di Milano – Già capo Dipartimento Informazione ed Editoria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
[2] Le informazioni sulla Cina sono tratte dagli scritti di Nicholas Gineprini autore del libro “Il sogno cinese: storia ed economia del calcio in Cina” (2016)