Convegno promosso dalla Fondazione “Paolo Grassi – La voce della cultura”
Milano, Sala del Grechetto a Palazzo Sormani.
Venerdi 26 ottobre 2018 – (9.00-18.00)
Il 26 ottobre – in prossimità della ricorrenza dei cento anni dalla nascita di Paolo Grassi – la Fondazione Paolo Grassi-La voce della cultura apre con un rilevante convegno il programma del “centenario”, programma in cui a fine gennaio del 2019 è collocata una mostra Palazzo Reale a Milano dedicata alla multiforme attività di un grande organizzatore culturale del ‘900 italiano.
Il convegno si articola in cinque sessioni: l’attualità delle idee di Grassi; la sua esperienza in campo editoriale; la centralità del tema della “invenzione di nuovi pubblici”; il teatro come progetto e come formazione degli operatori; l’internazionalizzazione della cultura; il rapporto con la politica e le istituzioni (in cui è collocata anche la sua esperienza di presidente della Rai).
25 relatori – molti dei quali con legami professionali e umani con Paolo Grassi – si succederanno nelle testimonianze e nel dibattito.
Sarà il sindaco di Milano Giuseppe Sala a ricordare in apertura l’imprescindibilità del contesto milanese della “ricostruzione” nel profilare un modello di rapporti tra istituzioni, cultura e società che ha fatto scuola in Italia e in Europa. E sarà Ferruccio de Bortoli ad introdurre il profilo di un operatore polivalente alle prese con le discontinuità del cambiamento culturale e civile del dopoguerra. Poi tantissimi operatori, studiosi, rappresentanti di istituzioni e testimoni di passaggi noti e meno noti nella vita di Grassi, che ebbe fine nel 1981 a soli 62 anni. Tra i testimoni Gianni Cervetti, Mimma Guastoni, Giulia Lazzarini, Claudio Martelli, Stefano Rolando, Andrèe Ruth Shammah, Massimo Vitta Zelman.
Francesca Grassi (figlia di Paolo Grassi) e Davide Rampello (presidente della Fondazione) hanno detto: “Prima di tutto sarà un convegno di studio, perché c’è ancora tanto da scoprire e da interpretare riguardo all’immenso lavoro fatto da Paolo Grassi nel corso delle sue esperienze. Ma sarà anche un convegno di ricostruzione storico-culturale, perché il cambiamento di sistema è stato rilevante e bisogna dare ai giovani la possibilità di cogliere le vicende nelle compatibilità di un tempo difficile. E in terzo luogo sarà un convegno di sentimenti, perché il ricordo di Grassi nella organizzazione della cultura di qualità è ancora molto vivo e lascia legittime nostalgie e comunque utili ammaestramenti”.