Congedi. Andrea Emiliani (1931-2019)

Mi succede qualche volta di non trovare il tempo per leggere i giornali e di farlo alla sera rientrato a casa. E ogni volta ho il sospetto di un agguato di notizie da cui mi sono involontariamente difeso, ma che alla fine arrivano a segno. Ogni volta che penso a questa strana trama, qualcosa succede. E così è successo poco fa. Prima i necrologi su Repubblica, più di uno e originati da Bologna. Poi un ricordo molto bello di Fabio Isman su Facebook. La notizia è quella della scomparsa di Andrea Emiliani, una voce importante del sistema museologico italiano e del rapporto tra arte e territorio, legatissimo alla sua dimensione regionale (nato a Predappio, come i fratelli Vittorio e, credo, Giovanni) e storico sovrintendente dell’Emilia Romagna. Nel 1988 la Presidenza del Consiglio dei Ministri lo scelse per un premio speciale della cultura, che al tempo prevedeva lunghe istruttorie di merito. E una volta consegnato, con cerimonie autorevoli dovute, quel riconoscimento, facemmo amicizia collaborando negli anni successivi, insieme a Valerio Castronovo, ad un lavoro di promozione in Italia e in Europa del libro d’arte italiano. Di quel periodo conservo una foto “beata”, che qui espongo per ricordarlo con il suo carattere divertito, spiritoso, sottile. A Parigi, dopo una faticosa sistemazione di una mostra di capolavori editoriali italiani e dopo le chiacchiere in pubblico, avendo trovato insieme un divano per parcheggiare e compiacerci di essere lì. Lessi in quel tempo il suo libro “Il museo alla sua terza età” che Andrea considerava come un moderno spirito civico, dopo il tempo napoleonico e dopo quello risorgimentale. Un libro colto, istruttivo, di alta italianità. Un abbraccio proprio a Vittorio e a Giovanni, con sentimenti di profondo dispiacere

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