Dal 1889 al 1905 l’Europa è relativamente in pace, con tensioni e complessità che si caratterizzano in ogni dimensione nazionale di allora. Ma in un quadro non catastrofico, in cui gli sviluppi tecnologici e industriali fanno presagire possibilità di sviluppo e di superamento delle molte e diffuse condizioni di arretratezza che vi sono in tutti i paesi (Germania , Austria e naturalmente Italia comprese). Una sintesi dei fatti europei paese per paese (http://www.storiacontemporanea.eu/sintesi/sintesi-1870-1913) fa comprendere meglio questa transizione che pure in breve tempo porterà allo scatenamento della prima guerra mondiale, centrata sullo scontro tra alcuni stati-nazionali e la persistenza delle dimensioni dei grandi imperi. Una guerra che la Germania e l’impero austro-iungarico perderanno con durissime condizioni del trattato di pace (1919-1921) che saranno alla base del revanscismo tedesco, della deriva ultranazionalista, del riarmo e infine dello scatenamento della seconda guerra mondiale. Ciò che succede negli anni di transizione e di pace è molto rilevante attorno a una questione: come, dove e perchè si formano nuovi contenuti, spesso polarizzanti e radicalizzati, in contesti al momento marginali, che in tempo successivo diventeranno ideologie potenti, fattori teorici e simbolici dominanti, materia di aspro contrasto e di tragedia nella complessiva vicenda dell’Europa. Il razzismo e l’antisemitismo sono alcuni di questi fattori che usciranno dagli angoli della storia e che, in breve, costituiranno una pagina nuova, dai più non prevista, dello scenario continentale e mondiale. Ecco – solo per fare qualche cenno alla questione – il breve paragrafo contenuto nella voce di Wikipedia dedicata ad Adolf Hitler, nato nel 1889, dal 1900 studente – con pessimo rendimento scolastico – a Linz, compagno di classe di un futuro monumento della filosofia tedesca, di grande e agiata famiglia ebraica, una delle tante scintille dell’accumulazione di un grande progetto di odio e di vendetta (S. R.)


Klara Pölzl (nata nel 1860) madre di Hitler

La genesi dell’antisemitismo di Hitler[1] durante gli anni giovanili [2]
L’antisemitismo
di Hitler risale quasi certamente ai tempi della frequentazione
della Realschule di Linz [3],
dove gran parte del corpo insegnante e degli
studenti – ivi inclusi i compagni di classe del futuro dittatore – erano
pangermanisti, ultranazionalisti e xenofobi. Tra i compagni di studi del
giovane Hitler nella Realschule di Linz c’era anche il futuro filosofo Ludwig Wittgenstein, appartenente ad una
facoltosa famiglia ebraica della città. Secondo la storica Kimberley Cornish Hitler,
come altri compagni scuola, provava ostilità e invidia verso il figlio della
facoltosa famiglia di origine ebraica, rafforzata dal luogo comune diffuso
sugli ebrei capitalisti e usurai. Fu lo stesso dittatore nel Mein Kampf ad
affermare che il suo odio per gli ebrei sarebbe nato già durante gli anni
scolastici, a causa della frequentazione di uno studente ebreo di cui non fece il
nome «uno di cui non ci fidavamo ».
Lo stesso padre di Hitler non faceva mistero della sua xenofobia rivolta contro
le altre popolazioni dell’impero asburgico, in primis slavi, musulmani ed
ebrei. L’ambiente scolastico fu però determinante per la genesi
dell’antisemitismo del futuro Führer, in quanto là circolavano senza censure le
idee di Georg von Schönerer, un fanatico della “purezza della razza germanica“,
sostenitore di un’Austria etnicamente purificata dalle componenti non
germaniche della popolazione, repubblicana e unita territorialmente all’impero
tedesco e alla regione dei Sudeti.
Schönerer fu tra l’altro il primo ad utilizzare il saluto che diverrà quello
d’ordinanza della Germania nazista, “Heil!”, a propugnare il ritorno
al paganesimo precristiano,
ad identificare gli ebrei quali rei della speculazione internazionale,
a giustificare i pogrom (uccisioni di massa) degli ebrei russi di Odessa, Mogilev e
Kisinev (attuale Chișinău) e a definire gli ebrei “Todfeind” (“nemici mortali“). Seguace di
Schönerer era pure l’unico professore che aveva un certo ascendente sul giovane
Hitler, tal Leopold Poetsch,
insegnante di storia (l’unica materia, assieme all’educazione fisica e al
disegno, in cui Hitler eccelleva), assiduo lettore del mensile antisemita
illustrato Der Scherer,
pubblicato ad Innsbruck. Tre furono le personalità che più
influenzarono le convinzioni antisemite del giovane Hitler. Negli anni
viennesi, Hitler era un assiduo lettore di “Ostara“,
una rivista a carattere antisemita, anticristiana e antistorica, che esce per
la prima volta nel 1905 nell’allora impero austro-ungarico, con una tiratura
provvisoria di 100.000 copie, edita da Jorg Lanz von
Liebenfels, un ex-monaco cistercense del monastero della Santa Croce di
Vienna. La rivista, che traeva il nome dalla dea germanica della fecondità e
dell’abbondanza, le cui celebrazioni cadevano durante i mesi primaverili e che
venne inglobata nella Pasqua cristiana, già conteneva alcuni programmi del
futuro nazismo, quali la contrapposizione tra la razza germanica (“razza
eletta”) e le razze inferiori, la riduzione in schiavitù di queste ultime
e la loro messa al bando o tramite deportazione coatta in remote località
quali Siberia, Mongolia e Madagascar,
oppure mediante la semplice eliminazione fisica attraverso la purificazione col
fuoco (testualmente: “Olocausto“), la selezione razziale mediante l’eugenetica e
la procreazione favorita di nascituri della razza eletta (“Progetto Lebensborn“).La tipografia della
rivista era ubicata nel castello austriaco di Burg Werfestein, a picco
sul Danubio,
presso Wernstein am Inn, nell’Austria
Superiore. Proprio in tale sede, nel dicembre del 1907 venne per la
prima volta issato un vessillo contenente una svastica rossa
in campo giallo-oro, attorniata da fiordalisi. Il futuro giornale del
partito nazista, il “Völkischer Beobatcher”, risulterà abbonato
annualmente alla rivista “Ostara – Rundschau”. Nonostante
questo, Hitler chiuse motu proprio la tipografia quando,
nel 1938 invase
l’Austria. Al termine della seconda guerra mondiale, von Liebenfels si
vanterà, in un’intervista, di diversi fatti, ovvero che anche Lenin avrebbe
apprezzato i suoi scritti, così come sua dichiarò la formula del saluto nazista
“Sieg Heil!” (“Salute alla vittoria!”).[12] Von
Liebenfels, però, aveva sviluppato l’ideologia a sua volta mutuandola dal
tedesco Guido von List, che svolge un’attiva propaganda
antisemita per mezzo di Alfred Schuler, il cui
territorio d’azione è incentrato sul quartiere di Schwabing,
a Monaco di Baviera, il “quartiere degli artisti”, ove risiedevano in
quegli anni sia Lenin che Hitler. Nel 1951, tre anni prima di
morire, Von Liebenfels concedette un’intervista al giornalista Wilfried Daim, in cui
affermava di rammentare una visita del giovane Hitler del 1909 nella sede ove
si pubblicava “Ostara”. Rammentava che Hitler era talmente indigente
da non potersi permettere di acquistare i numeri arretrati della rivista, che
gli furono donati assieme ad alcuni spiccioli per il biglietto di ritorno
sull’autobus.[46] Hitler
stesso, in un passaggio del suo Mein Kampf riconosce che
“[…] la documentazione durante gli
anni viennesi su quegli opuscoli (Ostara) ha gettato fondamenta di granito per
la mia personale visione del mondo“. Nel periodo in cui Hitler giunse
a Monaco, in tutta la Germania si contavano diverse associazioni più o meno
segrete che inneggiavano alla purezza della razza germanica. (…) Gran parte di
queste società fioriscono in Baviera tra il 1890 e il 1930 e hanno come
programma, oltre al pangermanesimo, un antisemitismo più o meno
esplicito e un carattere elitario esoterico. Il simbolo adottato da una di
queste, la Thule Gesellschaft, evidenziava un gladio romano
sovrapposto ad una svastica. Alcuni dei futuri alti gerarchi nazisti
provenivano dalle file di questa associazione e anche l’ideatore dell’emblema,
un dentista, tal Friedrich Krohn, ne era
affiliato e conosceva personalmente Hitler, essendo divenuto il Gauleiter della
città bavarese di Rosenheim. Lo stesso simbolo del partito nazista, la
svastica, era noto ad Hitler fin dalla giovinezza: frequentando la scuola
annessa al monastero benedettino della città austriaca di Lambach,
nel periodo tra il 1897 e il 1898, aveva potuto vedere
che in diversi punti del monastero era presente la croce uncinata anziché
quella romana.
Note
[1] Adolf Hitler nacque alle 18.30 circa del sabato di Pasqua del 20 aprile 1889 a Braunau am Inn, nella “Gasthof Zum Pommern” (in italiano: “Locanda del Pomerano”), un edificio di tre piani in Stile Biedermeier del 1826 che ospitava la dogana. Esso è situato nella borgata (“Vorstadt”) numero 219, a non molta distanza dal luogo dove Napoleone Bonaparte aveva stabilito nel 1805 un suo quartier generale durante la campagna bellica culminata con la sua vittoria ad Austerlitz. Era figlio di Alois Hitler (nato Aloys Schicklgruber nel 1837) e di Klara Pölzl (nata nel 1860).
[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Adolf_Hitler
[3] Nel 1900 Hitler era iscritto all’istituto tecnico “Linz Realschule” con pessimo profitto; il suo rendimento scolastico peggiorava e subì una bocciatura al primo anno (1901) e una seconda al terzo (1904), in francese, dovendo affrontare gli esami di riparazione a settembre sia nel 1904 che nel 1905 e venendo respinto definitivamente nel febbraio 1905 in tedesco, francese, matematica e stenografia. Nell’ottobre del 1904 gli venne rifiutata l’iscrizione alla sua scuola di Linz per cattiva condotta e venne indirizzato a Steyr, una cittadina lontana 25 km, ma anche qui il rendimento era talmente scarso da non permettergli il conseguimento del diploma di scuola superiore, con gran dolore della madre. Terminata la scuola dell’obbligo nel settembre 1905, venne ritrovato privo di sensi a causa di un’ubriacatura, cosa che indusse il futuro dittatore ad avversare l’alcool per il resto dei suoi giorni. L’ubriacatura venne descritta dal futuro dittatore come una sorta di “goliardata di fine anno scolastico” in un’osteria locale, bisboccia durante la quale “erroneamente” scambiò – a suo dire – la pagella per la carta igienica. In ogni caso, in quell’anno terminò la carriera scolastica di Hitler, essendo la durata totale della scuola dell’obbligo allora, in Austria, pari a nove anni.