LA SCOMPARSA DEL PROF. GIUSEPPE GALASSO
IL CORDOGLIO DEL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE NITTI
Melfi, 12 febbraio 2018
Apprendo la notizia della scomparsa del prof. Giuseppe Galasso, nato a Napoli nel 1929, avvenuta questa notte senza preavviso di malattia o di altre insorgenze, dunque presumibilmente nel sonno e nel pieno possesso delle sue facoltà esercitate sempre con autorevolezza culturale e civile e – chi lo ha conosciuto e frequentato lo sa – con costante fine umorismo.
Esponente repubblicano, più volte parlamentare, sottosegretario ai Beni Culturali e al Mezzogiorno con i governi Craxi e De Mita, ha legato il suo nome ad una delle principali normative di salvaguardia ambientale del Paese.
Insigne docente universitario e storico dell’età medioevale e moderna, figura di grande rilievo del sistema accademico italiano e di una grande quantità di istituzioni culturali, erede e continuatore del meridionalismo migliore e propositivo, socio dell’Accademia dei Lincei. Firma importante del Corriere della Sera e di tanta pubblicistica scientifica e divulgativa.
Presidente dalla sua costituzione (2008) del Comitato Scientifico della Fondazione “Francesco Saverio Nitti”, che oggi perde un sostenitore prezioso e tenace di un progetto al tempo stesso culturale e sociale di difesa del patrimonio morale e simbolico di quel “migliore meridionalismo”.
Insieme al Consiglio di Amministrazione e ai membri del Comitato Scientifico sento il dovere di ringraziarlo per l’accompagnamento paterno, intelligente, propositivo con cui ha reso più forte e più qualificato quel progetto e di abbracciare il suo illustre migliore allievo, il prof. Luigi Mascilli Migliorini, che lo ha fin qui affiancato in questa dedizione.
Stefano Rolando
Presidente della Fondazione “Francesco Saverio Nitti”
Sul sito della Fondazione Nitti l’ultimo articolo sul Corriere della Sera dedicato da Giuseppe Galasso a Francesco Saverio Nitti
http://lnx.fondazionefsnitti.it/2017/11/07/intervento-del-prof-galasso-sul-corriere-della-sera/
La prima ampia nota di cordoglio per la morte del prof. Galasso scritta nella mattinata stessa del 12 febbraio dal Corriere del Mezzogiorno
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/arte_e_cultura/17_novembre_21/gli-88-anni-giuseppe-galasso-omaggio-europeo-storico-totale-801c5d6c-ce91-11e7-b7b9-310d5dab7f0b.shtml
Un post personale
Il prof. Giuseppe Galasso. Tre foto dagli anni ’80 (a margine di una conferenza alla Camera dei Deputati) all’ultimo decennio (all’Istituto di Studi Storici a Napoli per la ricostituzione del Comitato Scientifico della Fondazione Nitti nel 2010 e a Villa Nitti a Maratea, con il ministro dell’Istruzione Profumo, nel 2012 per aprire un programma formativo ispirato da Fabrizio Barca). Una rispettosa amicizia trentennale – con una conoscenza che risaliva agli anni ’70 e con la mia collaborazione alla sua rivista “Prospettive Settanta” – mantenuta con un “lei” trapuntato da alcune riservatezze personali. Con l’idea, da parte mia, che fin che Galasso avesse continuato a troneggiare nella cultura napoletana, essendo comunque di casa a Milano e in Europa, Napoli si sarebbe mantenuta esente da qualunque vera insidia reputazionale. Gli rivolgo un pensiero davvero grato per le sue risposte accondiscendenti, mai prive di punti fermi e quindi di metodo, ai miei svariati tentativi di coinvolgimento. Ho il rammarico (vero) di non aver fatto colpevolmente in tempo a dargli un testo su Nitti e Fortunato ricavato dal piccolo libro sulla malaria e il chinino di Stato a cui abbiamo dedicato due conferenze, a Milano e a Melfi, che mi ha sollecitato ben due volte per la rivista “L’Acropoli” – a suo tempo diretta da Alfonso Omodeo, storico esponente del Partito d’Azione – e che ha diretto con la serietà e la passione che ha dedicato a molte pregevoli cose. Nello spirito che questo suo colloquio con Antonio Gnoli, pubblicato da Repubblica il 26 marzo del 2017, esprime con molte variazioni critiche sul tema del rapporto tra storia e politica. Di cui segnalo qui, tra tante cose meritevoli, questo passaggio. Alla domanda finale dell’intervista (“Un paese dunque diventato oggi meno leggibile?”), il professor Galasso risponde: “Quelle che ho provato a raccontarle sono le vicende di un gruppo di persone che ha immaginato che la storia non potesse dissociarsi dalla vita civile. Le due cose oggi marciano su strade così diverse che è molto difficile che si possano incontrare. Lei si figura un comunista, un liberale, un cattolico che non avessero un’idea della storia d’Italia? Proprio questo è venuto meno. La storia sta oggi in un angolo e altri sono i protagonisti. Non dico che sia un male, dico che siamo solo dei sopravvissuti”.
Il testo integrale è al link: http://www.repubblica.it/…/26/n…/giuseppe_galasso-161461952/