Dalla pagina FB di “Rivista italiana di comunicazione pubblica” (10.6.2021 h. 14.00)
Belgrado, 10 giugno 2021 – Il presidente della Repubblica di Serbia Aleksandar Vuĉić ha aperto questa mattina i lavori della sessione plenaria pre-estiva del Club of Venice, il coordinamento informale – con segreteria operativa nell’ambito del Consiglio UE – dei responsabili della comunicazione istituzionale dei paesi membri, dei paesi candidati, delle istituzioni europee e di alcune agenzie e organizzazioni europee e internazionali che dal 1986 costituisce una rete di grande rilievo per il confronto etico-professionale nella comunicazione pubblica europea, con centinaia di meeting organizzati attorno ai temi di comune interesse sulla materia.
“L’enorme esperienza che voi rappresentate – ha detto il presidente serbo, già primo ministro del Paese – è un riferimento per il rinnovamento del rapporto tra istituzioni e cittadini. Questo è un momento di incertezze dovute alla pandemia, ma per il nostro Paese significa anche un momento di forte riattivazione e di ripresa con un’attesa di crescita del PIL per l’anno in corso del 6%”.
In merito a punti nell’agenda della conferenza (conferenza sul futuro dell’Europa, allargamento, libertà di informazione) il presidente Vuĉić ha anche detto: “Noi siamo molto determinati nel perseguimento della nostra vocazione europeistica, rispettiamo l’ter evolutivo dei capitoli di negoziazione e siamo fiduciosi nel buon esito. Quanto alla libertà di informazione essa è sancita dalle volontà costituzionali ed è parte della qualità democratica del nostro rilancio. Le tre parole che esprimono questa fase di sviluppo dei rapporti tra Serbia e Unione europea sono: volontà, stabilità, solidarietà”.
Introdotto dal segretario generale del Club of Venice, Vincenzo Le Voci che insieme alla consigliera per la comunicazione della Presidenza Susanna Vasiljević ha organizzato l’agenda dei lavori a cui partecipano circa quaranta relatori, il presidente Aleksandar Vuĉić ha ricevuto il ringraziamento dei partecipanti dal presidente del Club, Stefano Rolando (tra i fondatori stessi, nel 1986, dell’organismo) che ha svolto il suo contributo per introdurre gli approcci tematici della conferenza e che ha concluso l’intervento dicendo: “Il senso di marcia della nostra materia – che è anche una disciplina universitaria, un ambito di ricerca, un campo di filosofia del diritto e della politica – è in evoluzione. Le giovani generazioni pongono giustamente la questione della forte spinta ai processi digitali come ineludibili. Bisogna ascoltarli, pur senza considerare la tecnologia come un fine ma come un mezzo e pensando che questa fase di confronto con la crisi sanitaria deve riguardare l’obiettivo “sociale” più che l’obiettivo “social”. Cioè ridurre le distanze, combattere l’analfabetismo funzionale, rendere istituzioni e società un sistema in cui l’accompagnamento a capire dovrebbe contare almeno come il PIL”.