Congedi. Roberto Calasso (Firenze, 30 maggio 1941- Milano, 28 luglio 2021)

Roberto Calasso

Ero alla libreria Feltrinelli di Porta Garibaldi a Milano in attesa di prendere un treno per Varese.

Le scelte si facevano abbastanza numerose. Tanto da complimentare la libraia che andava a colpo sicuro agli scaffali anche in base ad un solo “indizio”. “Oh guardi, sono qui da più di vent’anni. E questa è la mia vita”. Così alla cassa la gentilezza veniva ricambiata: “Non le do un sacchetto di carta, ma la sportina di Adelphi. Ce se sono rimaste pochissime”.

Che sorpresa, quasi un lusso. Tanto che durante il viaggio, pur se minuscolo dettaglio, mi veniva in mente la cosa.

All’arrivo l’inattesa notizia della scomparsa, a 80 anni, per seria malattia, di Roberto Calasso, presidente della Adelphi.

Immediata memoria a trenta anni di conoscenza, ai tempi in cui ero alla guida del Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio (ufficio che allora si occupava attivamente anche di editoria libraria, poi passata ai Beni culturali) e in cui Calasso veniva con una certa frequenza, insieme a Luciano Foà, il fondatore e allora presidente, sempre all’unisono.

Forse anche un filo sospettosi, ma anche con rispetto per le funzioni dell’istituzione, per i riconoscimenti (che riguardavano anche Adelphi) e soprattutto per gli orientamenti generali del settore (molto partecipi per Francoforte 88 o due anni dopo per l’avvio di Torino).

In qualche caso conversazioni più distese. Ricordo una bella occasione per parlare dell’editoria italiana degli anni cinquanta, con riflessioni su Einaudi e Comunità (che era poi la vita stessa di Foa’, in quegli anni tra l’altro fuoriuscito dal PCI, con Giolitti, a seguito dei fatti di Ungheria).

E un’ altra sulla formazione stessa dell’ Adelphi a cui Calasso, figlio del giurista Francesco Calasso e genero di Ernesto Codignola, approdò – portato da Bobi Bazlen – prima come direttore editoriale e poi nel 1999 come presidente.

Sui giornali dello stesso giorno – terzo tassello del domino quotidiano di fatti, come si vede, maggiori e minori – le diffuse recensioni del “Bobi” dello stesso Calasso, cioè il libro proprio dedicato a Roberto Bazlen che ha avuto vita in libreria nelle stesse ore in cui il suo autore l’ha persa.

Calasso ha legato così il suo tragitto intellettuale e professionale a Bazlen: “Quando Bazlen mi parlò per la prima volta di qualcosa che sarebbe stata Adelphi e non aveva ancora un nome mi disse: faremo solo i libri che ci piacciono molto”.

Nota

Un interessante racconto della nascita della Adelphi e’ stato scritto nel 2018 da Marco Belpoliti su Doppiozero:

https://www.doppiozero.com/materiali/luciano-foa-e-la-nascita-delladelphi

Luciano Foà
Carlo Levi, ritratto di Bobi Bazlen (1941)

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