
Ad un certo punto fai l’abitudine (forse no, ma diciamo che eserciti una umana comprensione) circa la disparizione di persone un po’ più avanti della tua età e che se ne vanno dopo tanta frequentazione, tante cose in comune, talvolta anche tanta amicizia. Ogni volta fermo il convoglio. E raccolgo i pensieri.
Quando questa cosa capita con persone più giovani ogni volta la turbativa è grande, molto più grande.
Nel caso di Susanna Lavagna – tra i miei “giovani collaboratori” e soprattutto “giovani collaboratrici” degli anni del Presidenza del Consiglio dei Ministri – si tratta di una giovane poi destinata a restare tale negli anni per spirito, entusiasmo, voglia e serenità di vita, con una sua vita culturale e musicale che ha esteso la vitalità oltre la recentissima pensione, dividendo queste sensibilità con il suo ottimo compagno.
La notizia è di oggi, me la raccontano così come la foto di trenta anni fa racconta. Seria, positiva, sorridente. E in questa foto il destino delle persone – una in particolare – non era così evidente, ma certo ne avvertivamo l’autorevolezza.
Era la figlia del prof. Carlo Lavagna, un costituzionalista comparato che fu il vero maestro di Giuliano Amato e sui cui libri hanno studiato generazioni di studenti della Sapienza.
Da noi si fece onore e fece amicizia con tutti. La accompagno con tenerezza e tristezza, sapendo che non abbiamo sprecato il tempo comune vissuto.Mi piaceCommentaCondividi