Sono in stampa (a cura di Isabella Gavazzi) gli atti del convegno promosso il 19.3.2019 dall’Università degli Studi di Milano sul centenario della nascita di Paolo Grassi – “La Statale per i 100 anni di Paolo Grassi“.
Questa è la nota editoriale che accompagna il patrocinio richiesto alla Fondazione “Paolo Grassi – La voce della cultura”.

Milano 17 gennaio 2022
Anche se ormai i convegni di qualche rilievo hanno facoltà di videoregistrazione e quindi di digitalizzazione, il dovere di dare forma di libro – bibliotecabile, consultabile a centimetri, contornabile con i tratti di una matita – resta non un vezzo d’epoca, ma un tassello di integrazione del processo culturale.
Come era e come sarà.
Questi atti sarebbero, pertanto, piaciuti a Paolo Grassi. Così come piacciono a noi che ci rifacciamo alla regola secondo cui l’avvento dell’innovazione non mangia la tradizione, ma la amplia.
Si sa che Pirandello all’avvento del cinema scrisse con il punto esclamativo l’arrivo della morte del teatro.
E si sa che, dall’avvento della televisione, si sono puntualmente moltiplicati i convegni sulla morte del cinema.
In tutto il suo percorso, la trasformazione digitale ha fatto scrivere che giornali, libri, tv e spettacoli avrebbero avuto i giorni contati.
La lezione che ci viene oggi a causa delle condizioni di metà del mondo (e di metà della nostra stessa Italia) è che cresce la domanda di processi di base di alfabetizzazione. E che quindi è logico aver fiducia in questa “trasformata” convivenza. Che per altro interessa anche la sfera della domanda culturale “alta”, cioè che viene dai settori più acculturati e più alfabetizzati.
Il programma del convegno Unimi su Paolo Grassi del marzo 2019 è la controprova di questa riflessione.
Sia in ordine all’integrazione della diffusione culturale, sia in ordine al ciclo delle passioni e degli interessi di un grande operatore culturale del Novecento che ha attraversato tutte e quante queste esperienze.
Bastava avere gli occhi alla scrivania e al muro retrostante degli uffici di Paolo Grassi (a cui si riferisce il frammento nell’oblò della locandina del convegno) per vedere i segnali simbolici. Che Paolo Grassi trasferì dalle case editrici al Piccolo Teatro, poi alla Scala, poi alla Rai, poi ancora alle case editrici per ritrovare i segni concreti di queste connessioni. Alle pareti, andando a memoria, almeno Verdi, Toscanini, la Duse il Marco Polo televisivo, Brecht. Sulla scrivania una pila i libri e il ritratto di Maria Teresa d’Austria. Insieme a partiture, copertine, locandine, foto di artisti e di intellettuali.
Il meritorio convegno della “Statale” (bel presidio di brand, quello di tornare a chiamarla come l’hanno sempre chiamata gli studenti) da una parte distingue e contiene l’unità di esperienza degli ambiti.
Dall’altra parte aggiorna la riflessione degli operatori culturali sulla figura moderna e integrata dell’operatore culturale stesso.
Per lavorare su questo nesso è nata, in avviamento di questo nuovo secolo, la Fondazione intitolata a Paolo Grassi. E oggi – a cammino bene avviato – il suo intreccio con l’evoluzione culturale di Milano è genetico e quello con il ruolo di studio e “spiegazione” della Statale è strutturale.
Da qui il doveroso patrocinio alla pubblicazione. Da qui la gratitudine per gli studiosi di questa grande università che – a cominciare dal suo Rettore – accompagnano la vita del nostro sodalizio.
Stefano Rolando
(laureato dell’Università Statale e presidente della Fondazione “Paolo Grassi”)
Fondazione “Paolo Grassi – La voce della cultura”
Consiglio di amministrazione Stefano Rolando (presidente), Ferruccio de Bortoli, Elio De Capitani, Mimma Guastoni, Federica Knuth, Alberto Meomartini, Davide Rampello, Massimo Vitta Zelman, Roberto Zaccaria. Comitato scientifico Elio Franzini (presidente), Alberto Bentoglio, Antonio Calbi, Anna Cremonini, Elio De Capitani, Riccardo Fedriga, Angelo Foletto, Claudio Longhi, Emilio Sala, Serena Sinigaglia. Team operativo Francesca Grassi (coordinamento), Antonia Magli, Elisabetta Lapadula. |