Il semaforo tedesco è immaginabile anche al prossimo incrocio italiano? – Seminario di Alleanza Civica, FacciamoEco e Mezzogiorno Federato – Roma 3.3.2022 – Intervento introduttivo di Stefano Rolando.

Stefano Rolando: “Oggi si fa sintesi comunicativa anche con segni simbolici. Questo lo indosserò fino a che le armi degli invasori continueranno a sparare“.

Incombe su tutti noi il pensiero per la drammatica evoluzione della vicenda dell’invasione russa in Ucraina. Il sentimento è comune e occupa in questi giorni una grande parte del nostro tempo civile e reattivo. Ma abbiamo deciso di confermare questo seminario ispirato ai valori dell’Europa perché esso è minuscola parte di una grande agenda comunque più forte dei carri armati di Putin. Ispirato anche a esprimere senza remore solidarietà al popolo ucraino.

Questo seminario è propiziato dal dialogo tra tre soggetti collocati in modo diverso ma convergente nel cammino di un civismo progressista e riformista con storie e forme distinte.

  • Alleanza Civica parte da esperienze di amministrazione nel radicamento locale di molti ambiti territoriali, ora per la prima volta in uno schema organizzativo e in una proposta tematica trans-territoriale.
  • Mezzogiorno federato nasce dall’accostamento di personalità con esperienze nel sistema di una politica condotta nell’età in cui i partiti avevano organizzazione valoriale e cultura e che ora, in una collocazione civica, propongono uno schema federativo delle regioni del sud per dare forza omogenea al riequilibrio di ruolo nella visione euro-mediterranea del tema nord-sud.
  • FacciamoEco è un progetto stimolato da parlamentari collocati nel gruppo misto al servizio di un europeismo attento all’ ambientalismo, all’innovazione e al rilancio della cultura politica dell’educazione.

Il dialogo avviato con questa prima occasione tematica è destinato a un percorso, di cui non sta a me indicare ora i contorni, ma che emergerà dagli interventi. Dico solo che le forme dello schieramento oggi unitario a sostegno dell’Ucraina e dell’opposizione alla folle invasione generata dalla cultura secolare che Wittfogel chiamava “il dispotismo orientale” (anche se Putin è nato e cresciuto a San Pietroburgo) ha bisogno di un europeismo più coraggioso, non opportunistico e quindi anche più coerente (sul tema Putin gli esempi, oggi grotteschi, di incoerenza sono numerosi) e combattivo.

L’occasione nasce all’indomani della formazione del nuovo governo in Germania che si caratterizza per la riedizione di una formula che aveva avuto sperimentazione nel passato e nel contesto della fine dell’era Merkel caratterizzata dalla Grossa Coalizione tra democristiani e socialisti. In due mesi e mezzo di negoziato programmatico socialisti, verdi e liberali hanno firmato a dicembre una Ampelkoalition (Coalizione Semaforo), per i riferimenti al rosso di SPD, che guida con 206 parlamentari la coalizione con il premier Olaf Sholz; al verde apppunto dei Verdi (con 118 parlamentari al Bundestag). E al giallo rappresentato dai liberali con 92 parlamentari.

Il programma sottoscritto dichiara il superamento della metodologia fondata su continue mediazioni, scegliendo un programma condiviso di misure innovative socialmente, ambientalmente e nel campo economico ed educativo.

I soggetti che danno vita a questo seminario sono tra coloro che hanno riflettuto forse per primi sull’adattabilità e l’avvicinamento a un modello di politica in Italia rispetto a cui mancano ora le condizioni di dialogo tra le forze politiche – che comunque non avrebbero i numeri per una immediata praticabilità – con riferimenti allusivi ad un rosso, ad un giallo e un verde che profilano un cantiere e un laboratorio di un ambito civico che critica lo stato dei partiti ma ne chiede anche la rigenerazione, guardando a logiche di future alleanze nell’interesse di uno sblocco della crisi politica italiana.

La pandemia e ora la guerra russo-ucraina sono naturalmente le incidenti condizioni di contesto che fanno leggere la necessità di rivedere molti paradigmi del pensare e del fare politica.

Chi vi parla viene da esperienze di management istituzionale nell’ambito di Stato, Regioni e sistema urbano. Ha combinato la sua successiva scelta universitaria (in cui la visione della ricerca è applicata alla innovazione delle policies) con un “diritto di parola” che si è misurato da dodici anni con le esperienze civiche del nord, ma anche con la responsabilità di fondazioni storico- culturali come la Fondazione  Paolo Grassi che opera da Milano nel campo della cultura e dello spettacolo e come la Fondazione Francesco Saverio Nitti che opera nel Sud per un meridionalismo innovativo che lega storia, progetti del presente  e futuro.

Da qui la vicinanza e il coinvolgimento personale nei percorsi dei soggetti accennati.

Questa breve introduzione ha lo scopo di ricordare che lo schema della nostra discussione adotta allusivamente i riferimenti al verde, al giallo e al rosso con una rigidità di orario che obbliga la ventina di interventi programmati a non superare per nessun motivo gli 8 minuti e tentare un approfondimento che non ha carattere solo teorico ma che guarda anche a ricadute nel cantiere della rigenerazione della politica.

Presenterò di volta in volta i relatori, distribuiti nel progetto tematico di discussione, con la gratitudine a tutti per avere assicurato l loro partecipazione.

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