
Post su FB – 7.3.2022 – h. 00.45
Ho ascoltato parola per parola – con ottima traduzione in italiano – il discorso alla nazione che il presidente Putin ha tenuto alla vigilia di quella che ha chiamato “operazione speciale in Ucraina” e che la grandissima maggioranza dei paesi membri dell’ONU ha chiamato “l’invasione dell’Ucraina”. Il suo salto logico è identico a quello che mosse Hitler a scatenare la guerra in tutte le direzioni esterne alla Germania.Il sentimento di essere “accerchiato” da nemici accecati dall’obiettivo di distruggere la Russia. La sua retorica ha punti di abilità, trasformando in sistemi di premeditata crocefissione della Russia vicende in capo alla NATO che rispondono a una strategia di difesa, nella quale possono anche esserci stati passaggi di arroganza tattica. L’Ucraina è semplicemente il luogo di intralcio, tra la sua percezione di riscossa a seguito del crollo dell’URSS e del muro di Berlino e l’accerchiamento premeditato teso a al progressivo annichilimento della Russia. Il sentimento di riscossa e la percezione dell’accerchiamento costituivano l’identica retorica che Hitler espresse nel Mein Kampf e nel micidiale riarmo esploso nel 1939. Hitler proclamò il suo “diritto alla difesa” – con un ragionamento parallelo a quello di Putin – che stando dalla parte sbagliata della storia arrivò a generare l’autodistruzione della Germania. Tutto il resto della retorica del presidente russo è costtiuito da patatine di contorno. Ma il momento resta terribile per quel “luogo di intralcio” che si chiama Ucraina nel cui ambito vuole dare una lezione al mondo non semplicemente ai limitrofo antico granaio della Russia che cerca di scappare a gambe levate dal predatore, così come hanno fatto tutti gli stati con loro autonomia etnica attorno all’URSS una volta liberati dal gioco militare e di polizia creato dall’URSS. Non capire questo disegno e le pulsioni che lo accompagnano è la maggiore manipolazione – in cui qualcuno anche in Italia è predisposto a cascare – da cui dobbiamo guardarci. Purtroppo facendo i conti con una criticità drammatica ormai a un punto avanzato e sperando che la geopolitica planetaria metta in campo un soggetto con deterrenza sufficiente per fermare il piano criminale anche al prezzo di qualche ridisegno territoriale e di una condizione di neutralizzazione garantita internazionalmente. Per guadagnare il tempo necessario a questo possibile accadimento (di cui la missione israeliana è una sorta di “prova misure”) la resistenza eroica degli ucraini è tanto dolorosa quanto necessaria. Dunque – come quasi tutti i paesi dell’Unione europea hanno deciso – supportandola entro limiti non scatenanti e monitorando la caduta reputazionale interna in Russia che presenta molteplici segni di non illimitata tenuta.