Dalla introduzione di Stefano Rolando, presidente della Fondazione “Francesco Saverio Nitti”, all’incontro sulla figura di Ernesto Nathan, tra Fabio Martini e studenti e professori dell’Università della Basilicata-Corso di laurea magistrale in Storia, coordinati dal prof. Donato Verrastro, promosso da Associazione e Fondazione Nitti preso la Sala del Consiglio Comunale della Città di Melfi e aperto dal Sindaco della Città Giuseppe Maglione

Dobbiamo essere grati a Fabio Martini, non solo per il lavoro che fa, nel giornalismo serio italiano. Ma anche per avere tolto dall’ombra una figura importante dell’era in cui in Italia si progetta seriamente la libertà e la modernità. È la stessa età di Nitti, la prima parte del ‘900, pur funestata dalla prima guerra mondiale. Nitti si dedica all’Italia, Ernesto Nathan si dedica a Roma. Due partite difficili, due progetti apparentemente aperti a tutto, perché tutto serviva. Ma pieni di insidie, di nemici, di avventurismi, di interessi contrari.
Infatti, il libro di studio e riscoperta che Fabio Martini dedica a Nathan, singolare figura del repubblicanesimo italiano originato dallo stesso Mazzini di cui Nathan fu a Roma collaboratore stretto, è non casualmente intitolato “Nathan e l’invenzione dei Roma”. Varie volte abbiamo detto anche noi “Nitti e l’invenzione dell’Italia”.
Ebbene entrambi membri di un piccolo partito, il partito radicale originato dal mazzinianesimo, che precede di oltre settanta anni il partito radicale di Pannella. Entrambi in un alveo più ampio della cultura in senso lato liberale, sia pure con intrecci forti nella sinistra libertaria e sociale di fine Ottocento (è il Nathan, ebreo, anticlericale e intransigente che nasce e studia a Londra); e con una responsabilità ormai nel quadro stesso di governo dell’età di Giolitti, ma aperto alla collaborazione con cattolici e socialisti riformisti (è il Nitti meridionale, di famiglia di cultura garabildina, eletto a Muro Lucano e prossimo presidente del Consiglio dei Ministri).
Fin qui non ci sono grandi tracce di rapporti. Ma i rapporti ideali sono scritti nel libro di Martini e sono parte del lavoro che svolgiamo. Ecco l’interesse per questa giornata che assume energia dall’impegno che Donato Verrastro e i suoi studenti delle magistrali di Storia di Unibas mettono in questo ciclo di “Radici morali” che oggi a Melfi si dedica a due grandi sforzi di modernità. Rimasti entrambi con pochi eredi.
La videoregistrazione integrale dell’incontro nelle pagine su FB di Associazione e Fondazione Nitti. https://www.facebook.com/watch/live/?ref=notif&v=718293015956942¬if_id=1649520013431479¬if_t=live_video_explicit


