Viaggio in Africa. Secondo appunto

9 maggio 2018, sera

Alle 8 della mattina, lasciata la Pension Les Palmiers , un alloggio un po’ fuori moda, giardino di palme in riva all’Atlantico, stanze un po’ sfibrate, contesto alberghiero piacevole con il suo quid polemico nei confronti della cultura degli Sheraton, per arrivare all’Universita’ Lansana Conte’ – dove domani e’ in svolgimento il colloquio Italo-guineano sulle migrazioni – il viaggio nel traffico riserva due ore defatiganti (alleggerite solo da una certa  improvvisazione fotografica nei confronti di un teatro di strada popolare e commerciale senza soste), traffico che è’ metafora del disastro infrastrutturale e dei servizi di una città esplosa demograficamente, assediata dell’inurbamento e stretta nella sua dimensione peninsulare limitativa.
Il nuovo rettore e’ arrivato da poco, e’ un economista nominato dal presidente della Repubblica Alpha Conde’, si chiama Ahmadou Oury Kore’ Bah e ci riceve in un salottino del suo pavillon al termine del campus, con attorno i prorettori “vecchia guardia” (già noti al mio collega prof. Angelo Turco) e ai giovani dirigenti delle strutture interessate all’evento. Serve una conferma di impegno nel progetto che arriva con un certo calore. Le spinte all’emigrazione sono due e in un certo senso contraddittorie, dice. Da una parte inutile cercare altre parole, la spinta e’ la povertà. Ma dall’altra parte c’è una tensione generazionale a voler partecipare ai temi del cambiamento planetario. Nei nostri villaggi – continua – i ragazzi erano una speranza delle famiglie. Adesso sono diventati la loro disperazione. In realtà si preparano ad andarsene da piccoli. A un certo punto staccano la spina e vanno via.
Quando si arriva al tema di come approfondire la cooperazione sulla materia, il rettore aggiunge che tutta l’ Europa dovrebbe dare la sua interpretazione ai due fattori di spinta. Circa la povertà e’ evidente che qui tra Europa e Cina (lo vediamo noi in poche ore di traffico) e’ la Cina che sta coprendo i bisogni (le motociclette che girano all’ impazzata sono tutte loro, i materiali di modesta tecnologia ma indispensabili alla vita che si vendono per strada sono tutte loro, ma loro sono anche i grandi centri commerciali che si vanno aprendo e persino gli stadi di football). Dall’ Europa arrivano stock di auto usate che tengono in piedi il mercato dell’automobile di seconda mano (l’unico che esiste, dato che nuove sono solo le macchine dei ministri e degli ambasciatori).
Mentre sulla modernizzazione, dice, le leve formative sono quelle che ora permetterebbero sviluppi programmati.
Dice anche che l’Italia e’ il paese europeo più proiettato verso l’Africa e dall’Italia ci si aspetta molto per avviare a soluzione alcune questioni sulle migrazioni che sono diventate primarie nell’agenda internazionale.

Si corre ora in senso inverso rifacendo l’altra filiera del traffico, mercatini di infimo ordine, baracche abusive, moto a zig zag, vecchi taxi zeppi che svolgono in realtà ruolo di servizio pubblico (in assenza assoluta di bus), frutta, pane, scarpe, cassoni a forma di letto, ventilatori, bambini in divisa che escono da scuola, vigilesse urbane grasse e urlanti, crocchi di nullafacenti sotto tettoie che non si sa cosa vendano, polvere e gas a tutto andare.
Ogni tanto uno squarcio del panorama urbano scopre un frammento dell’oceano Atlantico che avvolge la città ma che scompare alla vista dalle strade interne.
Poi verso il porto cominciano le case di una certa modernità, persino qualche villa di certe pretese, la residenza della “première dame” (la moglie del presidente) e poi le ambasciate e i ministeri. Li’ il mare riappare e soprattutto quando si arriva al porto.

Siamo diretti al Ministero dell’insegnamento superiore e della ricerca scientifica per incontrare il ministro Abdoulaye Yero Balde, che domani svolgerà l’intervento di apertura. Si sale (sempre a piedi) al quarto piano di una grande casa di ringhiera, mentre spuntano in un clima piuttosto rilassato, segretarie, assistenti, forse docenti, per finire nella stanza del ministro che da domani a sabato e’ soprattutto alle prese con la conferenza nazionale degli studenti guineani, organizzata dal governo e aperta dal presidente della Repubblica. Coglie e benedice l’ opportunità della partnership di una sua università con una università italiana ( e milanese) e si segna su un quaderno il campo di interesse di eventuali programmi formativi comuni futuri riconoscendone la pertinenza. Poi breve scambio sul Forum degli studenti che sta per cominciare e su alcuni elementi dell’ agenda.
E siamo così ancora nel traffico sulla direttrice alternativa a quella appena fatta, con l’intermezzo di due scroccatori in moto che ci piantano una grana per le mie foto liberamente fatte dal finestrino e che ci fanno fermare da una ” predisposta” vigilessa. Gridano tutti all’ azzardo di alcune foto, forse fatte all’ ingresso di un ministero o non so a cosa, così che rischiamo di provocare gravi ritardi alla nostra agenda. L’ impiccio viene risolto nell’unico modo con cui si risolvono nel mondo piccole scroccherie questo genere, con una pacata iniziativa del nostro amico e collaboratore guineano Laye Camara che conduce l’auto.
E ora alla lussuosa costruzione dell’hotel Palm Camayene dove alloggia e lavora, in attesa di firmare il contratto di affitto per la sede della ambasciata italiana nella capitale, appunto il nostro ambasciatore Livio Spadavecchia, in arrivo da Santo Domingo e in rapida acculturazione circa i tratti fondamentali delle connessioni economiche, politiche e relazionali della Guinea. Un paese, dice, che ha rispetto e interesse per l’ Italia con un quadro di potenzialità che è delineato e che richiede certo molti altri approfondimenti. La conversazione e’ utile e interessante e naturalmente non riferibile trattandosi di uno scambio del tutto informale.
La giornata ha così alcune rinnovate basi per mettere nero su bianco, a metà pomeriggio, la nostra proposta di iniziative formative nel campo migratorio che riguarderà soprattutto la domanda di competenze tecnico professionali nel campo della comunicazione e dell’ informazione sia a fronte della tematica migratoria che a fronte delle politiche di inclusione sociale.

Arriva l’imbrunire e io ho l’ordine di spruzzarmi di spray antizanzare per fronteggiare il mistero – sceneggiato da tutte le guide – della febbre gialla.

 

Inviato da iPad

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