!4 dicembre 2022 h. 22.30
Io alla finale starò per la Francia.
Perché non fa bene alla salute stare per principio per i più “deboli” (e non e’ questo calcisticamente il caso, ma lo stereotipo della Francia e’ il lusso e quello della Argentina sono gli scamiciati).
E perché la Francia, per non subirla e’ meglio proporla.
E ancora perché – lo so che nel calcio siamo nemici per la pelle, so che quel che cantava Paolo Conte ci mette l’adrenalina – ma so anche che la coppia Voltaire/Beccaria e’ il più alto muro al mondo per difendere i diritti.
E so che Edith Piaf è l’unica voce che mi ha commosso per tutta la vita.
Ciò detto Lionel Messi e’ l’erede di Rivera.
E’ l’antitesi definitiva alla tesi che i calciatori sono stupidi.
E ancora l’Argentina e’ nutrita di una storia sociale italiana che e’ la seconda cosa che (insieme agli italiani in Brasile) mi ha commosso per tutta la vita.
Se Messi, con quella faccia, quel cognome, quella piega smorta delle labbra, pieghera’ sul campo la Bastiglia, saro’ felice e lo festeggero’.
Non lo dico ora per vanità, ma per dire che questo pensiero non e’ astruso.
La Repubblica italiana mi ha dato la sua più alta onorificenza mentre ero abbastanza giovane e in partita. La Romania me l’ha data verso la fine delle mie maggiori esperienze.
Ma Francia e Argentina me la hanno data a ridosso una dell’altra, per battaglie culturali fatte anche per loro e con loro e nel cuore dei miei anni più attivi.
Starò per la Francia, trovando la sincerità di tifare anche per l’Argentina.
Non mi dispiace che l’Italia sia in cantiere.
C’è di nuovo bisogno di associare l’idea di Italia a qualcosa che non sia il passato, ma appunto il futuro. Anche se vago.

