Stefano Rolando – Pubblicazioni nel 2022

Qualche parola per tenere insieme senso e contenuto

Anche in questo 2022 ho trovato modo di esprimere ciò che considero a metà strada tra la dimensione del piacere e quella del dovere.

Il dovere riguarda varie cose, che sono il portato di una ormai lunga vita professionale non disgiunta da quel che passa sotto la voce “percorsi civili”. Cose che comportano l’opportunità e talvolta l’obbligo della scrittura. È questa, ad esempio e per definizione, una delle connotazioni del lavoro universitario.

Il piacere riguarda lo sconfinamento, ai margini della doverosità. Verso ciò che, pur nella modestia o comunque la semplicità delle condizioni concrete di questa scrittura, risponde ad uno spirito espressivo.

Io lo chiamo “diritto di parola”. Quasi un lusso in tempi in cui si vive molto a testa bassa, in cui la pressione delle “cose da fare” è per molti cogente, anche per chi si è pensionato e magari ha una continuità di varie responsabilità che lo tengono per fortuna attivo. In cui – vorrei soprattutto aggiungere – la voglia di interpretare e discutere viene spesso meno per disamore, per delusione, per scarsa stimolazione da parte di realtà che ci sono sembrate più brillanti e più sfidanti in altri tempi.

Tutto vero. Ma avere presente il chiaroscuro del presente induce a non dismettere una piccola responsabilità a fronte di ciò che appare una non dilagante ma diciamo una vera domanda, fosse anche solo una pulsione, di interpretazione. Penso infatti da tempo che sia necessario anche stimolarla, questa domanda. Anche sommando, per esempio, vari frammenti di interlocuzione.

È il caso per esempio degli studenti, che hanno in parte una tendenza a studiare nelle forme manualistiche: fatti, elenco delle fattispecie, brevi teorizzazioni, punto a capo.

Così che quando apri un sentiero “interpretativo” c’è chi applaude, ma c’è anche chi si spazientisce.

C’è chi ti chiede la tesi, ma anche chi ti avverte come una dissonanza, non si fa sedurre dal piccolo mistero di una divagazione controllata. Vorrebbe che tu tirassi dritto “per punti”. E tu che magari tante volte hai dato retta a questa esigenza, ormai ti impunti un po’ e cerchi di forzare la sua capacità di vedere i nessi, piuttosto che i fatti. Qualcuno ti premia, qualcuno no. Ma io ormai – diciamo pure alla mia età – ci sto solo a queste condizioni. Lezione, se serve manuale, va bene. Ma anche forme di ponderata opinione per dedicare una parte del rito frontale all’incessante perlustrazione dei confini. Appunto, la ricerca dei nessi.

Poi c’è il dibattito pubblico, quel che resta del dibattito pubblico, quel che persino potrebbe essere il dibattito pubblico.  È un po’ il nucleo disciplinare forte di cui mi sono occupato ed è soprattutto l’esercizio di qualche responsabilità in seno a fondazioni e associazioni, che tiene impegnato su questo fronte.

Pezzi di società, diciamo la verità, sono in fuga dalla politica, spesso annidati nella galassia dell’astensione.  L’ultimo rapporto Censis li ha chiamati (anzi, ci ha chiamati tutti) “latenti e malinconici”. È una regressione poco accettabile per un paese potenziale come l’Italia. Sento che se c’è qualcosa da fare, pur con tutti i limiti della parola e della scrittura, è quella di segnalare i rischi e di aprire varchi all’incuriosimento.

È per questa ragione che ho accolto la proposta del magazine online Il Mondo Nuovo (quindi di Giampaolo Sodano, mio collega in Rai quaranta anni fa) di arrivare puntualmente il lunedì anche con una finestra di opinione in viva voce. Cioè, come si dice, con lo strumento del “podcast”. L’oggetto, nel caso, è quello di analizzare la portata ambigua della rappresentazione della realtà, in un arco che va dal generoso accompagnamento cognitivo o anche dalla stimolazione creativa fino al puro compiacimento per i tratti degenerativi o alla vile propaganda. Che riguarda, insomma, il teatro umano nella cui platea siamo sparsi.

Il “viva voce” è utilizzato magari ancora in una forma un po’ elementare. Mi piacerebbe (anzi “ci piacerebbe”, perché ci stiamo pensando anche in Osservatorio IULM sugli argomenti che ci premono) trovare modalità per un uso più impaginato, più intarsiato, più professionistico, del podcast. Chissà che ci si arrivi. Qualcosa che diventa un affiancamento alla parola scritta dalla quale comunque personalmente non demordo rispetto a tanta comunicazione tirata via che si vede in rete e anche su molti media: quattro frasi, tagliate con l’accetta, una mezza idea per volta, trattamento assertivo, condimento polemico.

Anche qui – sempre nei piccoli cantieri a disposizione – lo sforzo è di non cedere.

C’è da aggiungere che questi ultimi quattro anni hanno offerto una sponda immensa rispetto alla tendenza civile e professionale di esercitare la scrittura.  Quella di allineare alcune crisi di portata globale che si sono scaricate addosso a chiunque. Migrazioni, criticità urbane, crisi sanitaria e pandemia, crisi della sostenibilità ambientale, contesti liberticidi e di guerra fino all’orrenda guerra di invasione dell’Ucraina.

E poi – monumentale filo rosso di tante crisi, non solo per l’Italia ma diffusamente nell’Occidente – anche l’emergenza democratica. Cioè una grave crisi di fiducia nelle istituzioni e nell’esercizio partecipativo con 18 milioni di italiani astenuti al voto. Anche qui ci sono dati di ricerca. L’annuale Rapporto Demos fotografa due italiani su tre in questa discesa (sfiducia nello Stato pari al 64% degli italiani) che ha al centro, diciamolo, una perdita colossale di pedagogia civile. Abbiamo avuto addirittura un anno di governo (in Italia) intitolato all’emergenza attuato mettendo i partiti politici in pronto soccorso. Vicenda che ha attenuato il disagio ma che ovviamente non poteva durare. E che ha aperto nuove porte e nuovi interrogativi ad un’altra transizione, non meno importante di quelle citate.

Non mi dilungo perché questo perimetro è visibile e noto ai più.

Sono cosciente che ci siano mille funzioni forse più cruciali per migliorare il mondo. Alcune sono esercitate mirabilmente. Altre appaiono esercitate in modo miserabile. Premere per una conversione sociale della comunicazione pubblica resta la mia e la nostra battaglia, retaggio di esperienze al tempo condotte magari con più potere ma forse anche con minore visione critica ovvero a volte con eccesso di ottimismo.

Dico solo che questa annotazione spiega perché quest’anno, nel dare conto di un andamento come quasi sempre si fa nelle università, ho considerato opportuno aggiungere alle pubblicazioni dichiaratamente scientifiche anche l’insieme delle occasioni di scrittura divulgativa (perché didattica, ricerca e public engagement sono i tre pilastri ormai parificati nei principi dichiarati nella funzione degli atenei).

C’è così un elenco cronologico (mese per mese) e c’è un elenco tematico (ambito per ambito). Per affiancare le ragioni della scrittura dettata dall’agenda alle ragioni della scrittura dettata dal percorso di indagine.

Da qui l’inoltro di questo “indice” a disposizione di una rete più ampia di interlocutori.

Ringrazio la mia università che mi accorda ancora – terminato il servizio in ruolo – alcuni insegnamenti e soprattutto la responsabilità di un Osservatorio di ricerca nel cui ambito si è svolta una parte significativa dell’attività di studio e di scrittura soprattutto attraverso il tavolo di lavoro specificamente creato con l’Osservatorio sulla comunicazione di crisi.

Ringrazio le Fondazioni (in particolare la Fondazione “Francesco Saverio Nitti” a Melfi e Roma e la Fondazione “Paolo Grassi” a Milano) e le Associazioni in cui esprimo qualche responsabilità, perché esercitano un ruolo interattivo, radicato nei territori, che considero vitale e preziosissimo. E qui ringrazio anche colleghi e amici con cui collaboro.

Ringrazio poi gli amici personali, le persone care che sono parte reale delle mie interazioni, per i cenni di riscontro, di dissenso, di consenso (mia figlia, con soave ruvidità generazionale fa tutte e tre queste cose e a volte ne fa anche una quarta, le ignora) che sono il guadagno maggiore rispetto alla prevalente gratuità in cui versa comunque l’esercizio della scrittura.

A margine delle cosette qui radunate e citate con i link ai materiali in rete, che sarebbero onorati di qualche visitazione, aggiungo da ultimo che nel 2022 ho scritto anche due brevi testi in forma letteraria ibrida che non hanno ancora avuto luce.

Uno è ispirato ai primi venti anni della mia vita e alla mia città di nascita e di affezione.

L’altro è ispirato ad una riflessione matura spesso scantonata da noi terrestri che sto finendo di chiosare.

A Dio piacendo ne parleremo con la rendicontazione del prossimo anno.

A proposito, auguri di buon anno.

Stefano Rolando (31 dicembre 2022)

18.11.202 – Book City in IULM – Presentazione delle realizzazioni editoriali dell’ Osservatorio sulla comunicazione pubblica IULM nel corso del 2022 – Stefano Rolando con Alberto Mingardi, Nadio Delai e ( in collegamento) Paolo Verri.

Prima parte

Pubblicazioni nel 2022 in ordine cronologico (152) 

 

Libri (e parti di libri) – (7)

  • 13.5.2022 – Prefazione al libro di Mario Pacelli e Giampaolo Sodano, La bussola di krisis – Il Mondo Muovo libri, maggio 2022. ttps://stefanorolando.it/?p=5884
  • 15.9.2022 – Capitolo “Ri-lettura e ri-narrazione del protagonismo urbano”, nel libro La rinascita delle città come opportunità economica e sociale tra realtà, percezione e speranze – a cura di Ariela Mortara e Rosantonietta Scramaglia – LUMI edizioni, Milano.
  • 12.10.2022 – Mario Pacelli, Stefano Rolando, Giampaolo Sodano – La bussola di krisis – Mai come ora scegliere per scartare – Heraion, ottobre 2022. Nuova edizione ampliata.
  • 22.10.2022 – Prefazione al libro di Ugo Savoia “Bombe su Milano, ottobre 1942″ – Castelvecchi editore (ottobre 2022). Pagina di recensione sul Corriere della Sera (22.10.22) – https://stefanorolando.it/?p=6735

 

 

 

Articoli e saggi

Gennaio (16).

Febbraio (4)

Marzo (12)

Aprile (6)

Maggio (12)

Giugno (8)

Luglio (12)

Agosto (7)

Settembre (7)

Ottobre (6)

Novembre (4)

Dicembre (8)

 

Podcast (Il Mondo Nuovo) – (24)

Rubrica “Biglietto da visita” (la rappresentazione, materia epocale)

Audio: www.ilmondonuovo.club

Testo scritto: www.stefanorolando.it

 

Radioradicale (8)

www.radioradicale.it

About me (11)

Sciliar, agosto 2022

 

Seconda parte

Pubblicazioni nel 2022 per tematiche (160)


Alcune pubblicazioni citate nell’ordine cronologico qui vengono, in casi di evidente incrocio tematico, citate due o, raramente, più volte.  

Guerra russo-ucraina (21)

Media, comunicazioni, comunicazione pubblica, public branding (22)

Società, salute, cultura, sport e spettacolo (18)

Storia, identità, Nord-Sud (25)

Politica, istituzioni, partiti e civismo (47)

Congedi (16)

About me


 

 

Milano, Viale Argonne all’inaugurazione del tratto MM Dateo-Linate

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