Stefano Rolando
Per il numero 1 del 2023 (uscito in questa fine di gennaio) della rivista di cultura politica mensile Mondoperaio, il direttore Cesare Pinelli ha chiesto a dicembre a me e a Claudio Petruccioli, entrambi da anni impegnati a interagire su MO con i temi del dibattito pubblico politico, contributi di valutazione del “confronto” (se c’è) sulle prospettive della sinistra che ha ora al centro la stretta corsa congressuale del PD, ma che contiene anche altri ambiti, spesso lasciati in ombra dai media.
Aggiungerò appena possibile anche il contributo di Petruccioli. Ora trasferisco il mio articolo di cui ho avuto oggi il format jpg.
Il titolo dato dalla redazione è pertinente ma un po’ più lieve del mio punto di vista sullo scollamento fatale tra politica e cultura e tra revisione teorica (non ho detto ideologia, ma pensiero strumentato) e fare, che domina il quadro dei partiti e rispetto a cui il PD non pare fin qui riuscito a fare emergere residue risorse ed energie. Con radicato spirito post-azionista il mio titolo era proprio tracciato sulla constatazione dell’affievolirsi sconsolante della venatura post-azionista e quindi sulla storica ma vitale idea dell’altra sinistra che ha riguardato l’area liberalsocialista e liberaldemocratica, la più dotata di progetto e che non ha mai molto capitalizzato convergenza e organizzazione, prestando il fianco piuttosto a infinite citazioni approssimative,
Ecco il pezzo.
PS – La fotografia del presidente Lula ha a che fare con una trasversale di immagini del fascicolo ed è un po’ lontana dall’icona chessò di Norberto Bobbio che prego di immaginare come più consonante alle cose che ho provato a descrivere.





La metto solo per dire come si partecipava al “dibattito pubblico”….