
FB – 19.3.2023 –
Mio commento all’articolo del Sole-24 ore
La storia della madre di Leonardo da Vinci – la numero uno planetaria della genitorialità geniale – è fantastica.
Per darle la prima pagina il Domenicale del Sole (splendidamente scritta da Carlo Vecce) non dovrebbe nemmeno essere così inverosimile.
Nobile, circassa (oggi regione russa a nordest della Georgia), catturata e trasferita altrove, schiava, a 22 anni, nel palazzo che ora ospita il Museo Galileo a Firenze, fa l’amore con ser Pietro da Vinci, notaio, finché lo stesso notaio con emozione la libera con un atto dalla sua schiavitù e viene data in moglie ad un contadino ( o in altra fonte,. ceramista) toscano, anch’egli di Vinci, detto “Accattabriga”, con cui cui mette al mondo altri figli.
E quell’atto avviene il 2 novembre del 1452 (Leonardo era stato partorito il 15 aprile), nei pressi di S. Leonardo che – scrive Vecce -“e’ il santo che libera carcerati e schiavi”.
Caterina porta la sua vita terrena fino ai 60 anni. E poi corre a Milano per morire nelle braccia del figlio, che le dedicherà il sorriso della Gioconda.
Aspettiamo la gara all’ultimo penny tra Rai e Netflix per assicurarsi la videostory.
Io confesso la commozione.
La versione (contenuta in “La vita e le opere di LdV”)

La madre Cateria detta Caterina Buti del Vacca
Caterina Buti del Vacca (1427 circa – 1495 circa) fu la presunta madre di Leonardo da Vinci.
Di umili origini, è stata l’amante del ricco notaio fiorentino Piero da Vinci e la presunta madre del pittore Leonardo da Vinci, nato a Vinci il 15 aprile 1452.
Venne allontanata dalla famiglia del padre e un anno dopo la nascita del figlio si sposò con il ceramista Antonio di Pietro del Vacca di Vinci, soprannominato “Accattabriga“, dal quale ebbe cinque figli.
Uno studio dattiloscopico del 2006 nota che Caterina potrebbe essere una schiava venuta dal Medio Oriente. Secondo Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Leonardo da Vinci, si è stabilito che Piero era il proprietario di una schiava dal Medio Oriente chiamata Caterina, che ha dato alla luce un bambino di nome Leonardo.
Questa tesi che Leonardo aveva sangue arabo è sostenuta dalla ricostruzione di una impronta.
Altre varianti
Seconda teoria (più accreditata)
Il suo vero nome era Caterina di Meo Lippi. Questo è quanto è emerso dai recenti studi sulla sua vera identità secondo lo storico dell’arte inglese Martin Kemp, professore dell’Università di Oxford, tra i maggiori conoscitori dell’opera del genio del Rinascimento, e dal ricercatore Giuseppe Pallanti, autori del libro di imminente pubblicazione dal titolo “Mona Lisa: The People and the Painting” per la Oxford University Press.
Gli studiosi hanno individuato a Vinci anche l’ubicazione della ‘Casa in Borgo’ di proprietà del nonno Antonio prima e del padre Ser Piero poi come sicuro luogo in cui Leonardo trascorse l’infanzia a Vinci e possibile luogo di nascita del futuro artista.
“L’identità della madre di Leonardo è stata a lungo materia di speculazione. Alcuni hanno sostenuto che Caterina fosse una schiava d’oltremare. Il luogo esatto della sua nascita è sempre stato molto incerto, sebbene la tradizione l’abbia identificato con la casa natale in Anchiano – affermano Kemp e Pallanti – Adesso, attraverso i documenti pubblicati nel nostro libro, possiamo sostenere ragionevolmente che la madre di Leonardo può essere identificata con una povera ragazza di 16 anni, di nome Caterina di Meo Lippi“.
1451
Un anno prima della nascita di Leonardo, avvenuta il 15 aprile 1452, Caterina fu registrata in una dichiarazione dei redditi come una ragazza quindicenne, con un fratellino di appena due anni. Suo padre, Bartolomeo, non è mai stato trovato e morì giovane. La madre o le madri dei due bambini sono sconosciute. Caterina e il fratellino furono poi guardati dalla nonna che abitava a Mattoni.
Un’intricata rete di testimonianze archivistiche, spiegano Kemp e Pallanti, indicano la giovane Caterina come la madre di Leonardo, compresi alcune collegamenti con la famiglia di Antonio Buti (conosciuto come ‘Accattabriga’), che la sposò poco dopo la nascita di Leonardo, presumibilmente con una piccola dote fornita dalla famiglia Da Vinci.
“Al tempo di Leonardo – precisano Kemp e Pallanti – Vinci non aveva più di 350 residenti. Per un paese così piccolo, avere dato i natali al più grande personaggio della storia culturale mondiale è un fatto veramente sorprendente”.