Congedi. Gianni Minà (Torino 17.5.1938 – Roma 27.3.2023)

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Arriva a sera tardi di questo lunedì 27 marzo la triste notizia della morte di Gianni Minà, nato a Torino nel 1938, approdato presto alla stampa sportiva e poi alla Rai, mescolando nella sua vita professionale musica, sport, interviste celebri a figure di grande rilievo con cui aveva legami di amicizia (Fidel Castro, Maradona, Mohammed Alì) e, in generale uno sguardo anticonformista alla politica trapuntata delle icone coltivate dalla generazione del Sessantotto come bandiere simboliche (Che Guevara in testa).

Ci incrociammo in Rai tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 – nel periodo in cui guidava “Blitz” dopo le esperienze dell’ “Altra Domenica” con Arbore – e facemmo sincera amicizia. Nell’84 fu lui a convincermi a produrre (Istituto Luce) due ore di sintesi del festival musicale a Varadero a Cuba per Rai2 in cui il mattatore fu Gigi Proietti (ho raccontato episodi in occasione della morte di Gigi – https://stefanorolando.it/?p=3875).

Alla fine di quel festival mi presi la responsabilità, andando io da lì negli Stati Uniti mentre lui doveva rientrare di corsa in Italia, di fare tappa a Città del Messico per riportare sua figlia Marianna allora dodicenne a casa dalla madre (una diplomatica messicana).

Gianni aveva il suo pubblico, aveva sintonia con i sogni di una generazione e aveva la forza giornalistica di trovare un bandolo narrativo umano con figure che trattate solo ideologicamente in tv sarebbero state divisive. Abbiamo mantenuto legami affettuosi e in Versilia non mancavamo mai un appuntamento al Caffè Morin per un monitoraggio curioso sulla nostra ormai diversa vita. Sono addolorato per la sua scomparsa, lo abbraccio e lo ringrazio per la sua generosità, con una virtuale carezza per Marianna che da quel lungo viaggio notturno dall’Avana alla Piazza delle Tre culture non ho più rivisto, sapendola tuttavia attiva professionalmente in Messico ma con la sua vivissima italianità (qui sotto in foto recente).

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