
24 ottobre 2023 – Oggi a Kigali, capitale del Rwanda, Maggy Barankitse ha realizzato un altro dei suoi autentici miracoli.
Maggy ha fondato in mezzo alla guerra civile del 1994 nel suo paese, il Burundi (al tempo era laureata in Europa, in economia e teologia, e assistente del vescovo cattolico di Ruyigi), il più straordinario centro non solo per salvare la pelle a migliaia di bambini finiti nell’ecatombe fratricida tra watussi e hutu, ma per ridare dignità e futuro a un paese in macerie. Maison Shalom è stato un faro per l’Africa e un concreto ambito di solidarietà e cooperazione a cui ha partecipato mezzo mondo, attivato dalla missione laica di una donna divenuta poi “Premio Rifugiati ONU” e “Prix Aurora“. Insieme ad altri riconoscimenti – alcuni rilevantissimi – ma poi anche oggetto di persecuzione in quel Paese quando la sua autorevolezza internazionale era in campo contro recrudescenze di violenze di Stato e contro i diritti umani. In anni in cui Europa e USA hanno messo sotto sanzioni il Burundi (poi sospese per per interessi diplomatici , ma senza cambiamenti sostanziali). Persecuzioni che sono arrivate alla farsa di un processo in contumacia per “eversione” e “attentato alla sicurezza del Paese”, eccetera. Chiudendo e mandando alla malora tutte le realizzazioni (scuole e ospedali compresi) e costringendo la stessa Maggy all’esilio (con tutta la sua organizzazione). Aiutata dal passaporto lussemburghese e dall’accoglienza nel vicino Rwanda e incaricata di creare un centro rifugiati di tutti i paesi della regione dei Grandi Laghi. Decine di migliaia di profughi che hanno così trovato qui non semplicemente accoglienza ma riorganizzazione del futuro.

L’intervento di Maggy Barankitse al trentennale svoltosi a Kigali
Un video con la sintesi che Maggy fa di questa storia:
https://www.youtube.com/watch?v=h5RwdCq4MoE
Oggi, martedì 24 ottobre, è il trentennale di quel primo eroico giorno a difesa della vita e dei diritti umani. Invitati da 52 paesi di tutto il mondo, partecipi alla rete che si è consolidata internazionalmente a difesa di questa straordinaria storia di solidarietà umana e di reazione contro la violenza e i soprusi di vecchi e nuovi totalitarismi, hanno verificato i risultati di questa seconda fase dell’impegno storico della comunità di Maggy Barankitse (nel cui quadro agisce ora anche una Fondazione Internazionale di sostegno con sede in Belgio) e ringraziato Maggy, le sue collaboratrici e i suoi collaboratori per la dedizione e la qualità delle realizzazioni.
Per la parte italiana sono state presenti a Kigali – portando il loro contributo alla lunga e autorevole testimonianza internazionale – Georgia Cadenazzi e Patrizia Nitti, che hanno dato la loro collaborazione alla causa di Maggy, insieme a me, dagli anni ’90. Impedito dal lasciare l’Italia in questi giorni e felice che l’evento stia scorrendo oggi nel modo solare con cui Maggy sa gestire tanto le cose facili quanto le cose difficili, ho inviato un breve video di saluto, soprattutto per ricordare a tutti (presenti e non presenti) l’importante incontro sui destini di quella comunità e della sua fondatrice che è avvenuto a Roma al Palazzo Apostolico a giugno in una approfondita conversazione con il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin.

Ecco il link al video.
https://drive.google.com/file/d/1RABTSObPsx83_cnJWtigjUricE9ONq0b/view?usp=sharing
Ed ecco le prime fotografie che ho ricevuto da Georgia Cadenazzi a cui aggiungerò quelle che sicuramente arriveranno con le fasi salienti dell’evento







Il secondo invio di fotografie da parte di Georgia Cadenazzi da Kigali.




