Il dilemma del re dell’Epiro – Album delle figurine n. 1 e n. 2

Dalla pagina di FB Il dilemma del re dell’Epiro

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Ringrazio i circa cento amici che per ora hanno apprezzato questa pagina che vuole raccontare il piccolo viaggio culturale (incontrare lettori e pubblici in discussione) di un libro che è storia di lavoro, di scrittura, di confronti, di realizzazioni, di esiti e di sconfitte. Quale sia il conto finale non è chiaro nemmeno a me; ed è anche per questo che il sottotitolo contiene un punto interrogativo.
Il libro è edito spartanamente da una casa editrice prevalentemente universitaria. Ed è quindi rigorosamente privo di “figurine” .Tuttavia esso racconta storie interpersonali. Per cui da oggi proverò a sfogliare le pagine, che seguono diacronicamente la vita, per vedere se sono archiviate immagini da proporre.

Il 14 luglio ho cominciato da pagina 16.
E’ scritto:
La succursale della mia grande parrocchia, i SS. Nereo e Achilleo in fondo a viale Argonne, mi costò un rimprovero vibrante del parroco, Mons. Augustoni, perché a noi crociatini scelti non bastava il dovere di servire messa alle 8 di domenica, ma anche quello di portare ciascuno il nostro mattone per costruire la succursale di via Saldini. A otto anni svaligiai un cantiere edile di via Cardinal Mezzofanti e di mattoni ne portai dieci in parrocchia. Rischiando dieci ceffoni perché nella mia ingenuità non avevo capito che per “mattone” si intendevano 500 lire“.

La foto è del 1950.
A due anni, davanti alla Chiesa dei SS. Nereo e Achilleo in fondo a Viale Argonne a Milano.

 

 

Il 15 luglio la citazione è da pagina 17.

E’ scritto:

Mio padre, nato a Milano, era laureato in economia alla Cattolica, con una certa avventurosità in fase di laurea perché, tenente dell’esercito italiano nella prima linea d’attacco sulla Vojussa per quella drammatica e insensata guerra alla Grecia, approfittando di una licenza per la morte del padre era riuscito a concludere gli studi. Mia madre – che mi ha insegnato a leggere la letteratura italiana e internazionale fin dalle scuole medie – era figlia di un prefetto del Regno (Livorno, Rovigo, Gorizia, Bergamo e alla fine Milano) a cui scappò, dopo l’impresa d’Etiopia, un “Povero Re, l’anno fatto Negus” e finì in quiescenza prima del tempo della scadenza naturale“.

La prima foto è del 1949. Un anno e mezzo, con papà e mamma in Piazza del Duomo a Milano.

La seconda foto – in conquistata centralità, tra il 56 e il 57 – è quella della prima Comunione.

Alla prossima puntata (il balzo sarà di una decina di anni).

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