Vinta o persa la guerra della comunicazione pubblica in Italia?
(di Stefano Rolando con Stefano Sepe, Editoriale Scientifica, Napoli, pag. 230, 15€).
Nota e foto di Andrea Muti
Scomodati grandi nomi nel dibattito sul libro “Il dilemma del re dell’Epiro” che il Cantiere delle Ragioni e Partitodiazione hanno ospitato nella sede romana di Via Boezio 14. Da Michel Crozier, scomparso pochi anni fa a Parigi, uno dei maggiori sociologi europei dell’organizzazione e delle collettività, menzionato da Max Panarari a proposito del tema “riformare lo Stato”; agli esponenti della cultura critica (quelli che asseriscono che le cose volgono nella direzione errata o che i valori sono erratamente identificati), tipo Walter Benjamin, autori ricordati da Giovanni Vetritto.
Lo stesso Vetritto – dirigente generale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e storico delle istituzioni – ha introdotto lo spirito e l’esito del lungo colloquio di Stefano Sepe con Stefano Rolando (170 domande e riposte) cercando di mettere in risalto “alcuni dei tanti fili rossi” che l’andamento del libro fa scoprire uno alla volta.
Max Panarari – sociologo culturale ed editorialista della Stampa – ha tracciato il racconto di un “grand commis, riserva della Nazione” tratteggiato come “riformatore resiliente”, considerando anche aperta la questione della guerra vinta o persa perché ”le battaglie sono ancora in corso”.
Sergio Talamo – a capo della comunicazione del Formez, collaboratore del Sole 24 ore, esponente della nuova Associazione PA Social – ha confermato a sua volta la trasformazione e la continuità delle battaglie per il rinnovamento dell’amministrazione italiana, per gli obiettivi della trasparenza e della semplificazione, ricordando che il lungo impegno di Stefano Rolando – come appare anche nel libro – è “un costante contributo a trasformare il rapporto tra Stato e cittadini da verticale a orizzontale”.
Infine i due autori.
Stefano Sepe ha chiarito il senso del volume nel quadro di una più ampia indagine attraverso narrative biografiche tra operatori pubblici che hanno contribuito alla riforma e alla modernizzazione degli ambiti istituzionali loro assegnati, segnalando che nel campo della comunicazione il salto dalle non funzioni al nesso tra funzioni legittime e operatori formati si deve ad una generazione di cui Stefano Rolando è stato uno dei rappresentanti più significativi.
Lo stesso intervistato ha alla fine offerto spunti attorno alle “battaglie vinte” (la normativa legittimante, la cultura dell’ascolto, la maturazione della domanda sociale) e delle “battaglie perse” (la giornalistizzazione delle funzioni nella PA, la minore autonomia funzionale rispetto alla politica, la perdita dei luoghi e delle culture di regia) lasciando il verdetto alle conclusioni della tavola rotonda.
Conclusioni tratte da Giovanni Vetritto con un giudizio di “battaglia nettamente vinta”, perché i punti di base di “elemento di civiltà fondamentale per uno Stato moderno è stato raggiunto”, ma nel quadro di uno scadimento generale delle funzioni gestionali della PA che rende più arduo e meno visibile il giudizio.
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